Il ricatto è servito: i Frugali si portano a casa 26 miliardi sui “rebates”
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz lo aveva detto: “Non basta, vogliamo ancora di più”. Lo hanno ottenuto. Il negoziato sulla nuova proposta di Recovery Fund presentata dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel non è ancora concluso ma un dato è certo: dopo aver tenuto in ostaggio le trattative dei Ventisette per ben quattro giorni, i Frugali si portano a casa per i prossimi anni più di 26 miliardi di euro. Soldi puliti che finiscono direttamente nelle casse statali e che non hanno nulla a che fare con il fondo per la ripresa legato al Covid: si tratta dei famosi “rebates”, gli sconti ai contributi che i quattro Paesi (Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca, insieme alla Germania) versano come tutti al bilancio dell’Unione Europea nel prossimo quadro finanziario 2021-2027. Gli Stati guidati dai leader più intransigenti nelle ultime 96 ore di incontri, Olanda e Austria, hanno ottenuto un’attenzione particolare da parte di Bruxelles.
C’è da ricordare che alla vigilia dello scontro sul Recovery Fund, molti Stati in Europa avevano messo ripetutamente in dubbio la legittimità di questi sconti e, nelle scorse settimane, si era addirittura parlato di una possibile soppressione di quello che molti, in particolare gli Stati del Sud, vedono come un privilegio immotivato. I rebates invece sono entrati a pieno titolo nel negoziato sul Recovery Fund reso particolarmente ostico dall’atteggiamento dei Frugali che hanno lavorato a ridurne la portata e a incrementare i vantaggi per se stessi. Alla fine, quindi, i rebates non solo sono stati confermati ma sono anche aumentati. Del suo contributo al budget Ue, la Danimarca riceverà indietro 322 milioni di euro l’anno. Con i vecchi sconti invece riceva “solo” 197 milioni. Anche la Svezia ci ha guadagnato nel far squadra con i Stati più “avari”: il suo sconto annuale è passato da 798 milioni a 1,06 miliardi.
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