Cosa succederà all’euro, allo spread e alle Borse e quali azioni correranno di più dopo l’accordo sul Recovery fund
“L’accordo – commenta Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita – rappresenta un passo importante verso una maggior integrazione dell’Europa, elimina un tail-risk e fornisce uno stimolo economico importante in una fase di crisi”. Guardando all’Italia, prosegue De Bellis, l’intesa sul Recovery fund, “nel breve, potrebbe sostenere un ulteriore restringimento dello spread e una riduzione del premio per il rischio, anche se in gran parte il mercato azionario aveva anticipato l’accordo, visto che dalla proposta franco-tedesca di metà maggio il Ftse Mib aveva già guadagnato il 24 per cento”.
Guardando ai settori che in Borsa dovrebbero beneficiare in misura maggiore, De Bellis fa sapere che “nel nostro portafoglio raccomandato continuiamo a privilegiare i titoli più difensivi e meno legati al ciclo economico, come le utility, le telecomunicazioni e l’healthcare, con una buona visibilità sulla generazione di cassa e sul dividendo, dato che riteniamo che il mercato stia guardando con eccessivo ottimismo alla velocità di recupero dell’attività nella seconda parte dell’anno”.
“Anche per il mercato azionario europeo – aggiunge Moonen – l’accordo sul Recovery fund rappresenta uno sviluppo importante in quanto potrebbe portare a un ulteriore restringimento del premio di rischio azionario europeo rispetto a quello statunitense. Come per il reddito fisso, riteniamo che i principali beneficiari siano i mercati azionari periferici in generale e più specificamente il settore finanziario, grazie alla combinazione di spread più ristretti, migliori prospettive di crescita e basse valutazioni. Anche il settore delle utility potrebbe beneficiarne grazie al focus sostenibile degli investimenti. Abbiamo già una preferenza per le azioni dell’Eurozona e la manterremo per il momento” conclude l’esperto di NN Investment Partners.
Gli esperti di Morgan Stanley pensano che, a questo punto, le Borse europee potrebbero registrare una performance migliore del 10% rispetto agli altri mercati azionari internazionali, guidate dagli indici dei Paesi periferici, che a loro volta potrebbero fare del 15% meglio con il comparto finanziario che potrebbe registrare un +20 per cento. “Anche le utility potrebbero guadagnare” aggiungono gli esperti della banca d’affari. Quanto al mercato dei cambi, da Morgan Stanley restano ottimisti (“bullish”) sull’euro e vedono l’euro/dollaro in area 1,16 in un primo momento per poi portarsi intorno a 1,17-1,18, contro gli 1,15 della sera del 21 luglio 2020.
“Ora – nota Quentin Fitzsimmons, gestore Global Aggregate Portfolio di T. Rowe Price – è opinione diffusa che l’euro si rafforzerà, dato che ci sono diversi segnali, sia economici che politici, che puntano in questa direzione. Tuttavia, è importante ricordare che i mercati raramente reagiscono in linea con le previsioni. La determinazione dimostrata da Germania, Francia e Italia nel lavorare insieme a un ambizioso programma per la ripresa rappresenta un segnale importante e riduce il rischio di una rottura all’interno dell’Eurozona. La Germania ha dato il via libera all’estensione del deficit fiscale per i Paesi europei. È una notizia positiva non solo per l’euro, ma anche per il debito e per le obbligazioni corporate dei Paesi periferici dell’Eurozona” conclude Fitzsimmons.
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