Recovery Fund, spinta per la bicamerale. E c’è un nuovo strappo sul Mes
Task force ministeriale o commissione bicamerale. Finito il rapido brindisi per il successo nella trattativa europea sul Recovery Fund, comincia una trattativa complicata per la gestione dei 209 miliardi di euro in arrivo dall’Europa, mentre resta sempre inesplosa, ma innescata, la miccia dei 36 miliardi del Mes, il fondo salva Stati che il Pd chiede di usare per le spese sanitarie e il M5S continua a ritenere non necessario e pericoloso. Tanto che al Parlamento europeo Lega, M5S e FdI hanno votato un emendamento che chiedeva di escludere il ricorso al Mes come strumento anti-crisi, bocciato anche grazie ai voti di Pd, Forza Italia e Italia Viva. Ma il pressing rimane forte e il ministro della Salute, Roberto Speranza rilancia: «Le risorse del Mes sono significative e a tassi convenienti, non può avvenire che non arrivino: sto già lavorando a un piano».
Il Movimento pare accerchiato, con Pd, Leu, Italia Viva e settori di FI favorevoli. Non a caso Conte parla di attenzione «morbosa» e pensa di affidarsi alle Camere. Sui miliardi che arriveranno con il Recovery l’idea di Palazzo Chigi era invece una cabina di regia formata da ministri e funzionari ministeriali, presieduta dal premier. Poi si è pensato di allargare ad altri ministri e tecnici. Ma diversi partiti temono un ulteriore accentramento di poteri a Palazzo Chigi, dopo l’epoca dei dpcm firmati dal solo premier. Renzi ha invitato Conte a portare il dibattito in Parlamento ad agosto. FI propone con una mozione al Senato una commissione bicamerale, ma anche nel Pd si spinge per una parlamentarizzazione della gestione dei fondi. Base Riformista, area del Pd che fa riferimento a Lorenzo Guerini e Luca Lotti, sottolinea la necessità di prevedere «uno strumento agile ma rappresentativo, ad esempio una Commissione bicamerale per il rilancio economico, nel quale anche le opposizioni siano coinvolte».
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