Il tramonto dei dioscuri Salvini e Di Maio. Volevano un re travicello, sono stati oscurati

“Scagliarsi contro Conte con questi toni – commenta un autorevole esponente di Fratelli d’Italia – fa capire la sua difficoltà e il suo nervosismo per il risultato del vertice. Anche gli elettori leghisti ora vogliono risposte politiche, non la solita propaganda del… Salvini ha sbagliato ogni mossa. Conte ne ha sbagliate alcune, ma questo risultato europeo lo farà vivere di rendita politica ancora parecchio”.

Processi politici – e ai politici da parte dei loro pari – di certo inevitabili, ma ai quali la vittoria di Conte in Europa ha senza dubbio impresso un’accelerazione robusta. Dice il deputato stellato Riccardo Ricciardi, battitore libero dentro un Movimento in ebollizione: “Conte non sarebbe premier senza il Movimento. E il Movimento non avrebbe fatto quello che sta facendo senza Conte. Lui il nostro leader? Tirarlo ora per la giacchetta per spingerlo a guidare il M5s non credo sarebbe la scelta più giusta. Vedremo che cosa succederà in futuro, deciderà lui cosa vuole fare. È un ottimo leader”.

Perché, se davvero Conte decidesse di fare quel passo, nessuno potrebbe intralciarne l’ascesa. Men che meno Di Maio. Che, di ritorno da Bruxelles, ha telefonato a Grillo per essere rassicurato e subito dopo ha detto a Conte che se vuole davvero lo scettro del comando stellato “allora deve iscriversi al Movimento”. Un guanto di sfida lanciato che, però, Di Maio rischia di ritrovarsi in faccia. Fin troppo presto.

QN.NET

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