L’arca di Michè. In Puglia, senza M5S, Michele Emiliano imbarca la qualunque
Benvenuti al Sud, colorato, sfrontato, sfacciato come un inscalfibile luogo comune, strabordante come Michele Emiliano che stavolta si gioca davvero le penne e, se perde, va a casa lui, indebolisce Nicola Zingaretti e pure il Governo. E, allora, tutti dentro. Aria da Masaniello che dice “embè”, microfono da Carlo Conti, eccolo alla presentazione delle liste sul prato del Parco dei Principi di Bari, albergo dell’amico Antonio Vasile che, per la cronaca, è anche il vicepresidente degli Aeroporti pugliesi.
Ci sono i comunisti, con tanto di falce martello e stella, i democristiani con lo scudo crociato, i “liberali”, i verdi, ci sono anche i nostalgici del Regno delle due Sicilie, quelli della lista “Sud indipendente”. E pensionati, pensionati invalidi e partite Iva, 14 liste e pare che arrivi anche la quindicesima. A proposito, gli animalisti, certi che la Puglia sarà “la regione più animalista d’Italia” perché Emiliano si è impegnato a nominare un assessore al benessere animale. Quattordici, dicevamo, sempre che non cada lo scudo crociato, dopo l’animato carteggio tra “signor Emilio Cugliari” e il “signor Cosimo Tramonte”: il primo è il presidente nazionale della cosiddetta Democrazia cristiana e ha vietato l’utilizzo del simbolo al secondo, il suo coordinatore regionale.
Sia come sia, sparso qua e là c’è pure qualche fascista, gente che neanche si offende se la chiami tale. Nella lista “Emiliano sindaco di Puglia” compaiono i seguaci di Pippi Mellone, il sindaco di estrema destra di Nardò, che con Emiliano ha un buon rapporto grazie anche alla pioggia di investimenti arrivati in questi anni per le reti fognarie. Una foto di qualche giorno fa li immortala, un po’ accaldati, in bicicletta mentre inaugurano una pista ciclabile. Solo qualche settimana fa Mellone aveva detto: “Chiudiamo l’Anpi di Lecce, è un pericolo per la democrazia”. Due anni fa, invece, decise di ricordare con il saluto fascista Sergio Ramelli, un giovane di destra ucciso nel ’75. I suoi, alla presentazione delle liste, hanno dichiarato che “Emiliano ha radici antiche”.
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