Lamorgese: «Rimpatri dei migranti con aerei e navi. Nessuno sarà regolarizzato»
I controlli su chi arriva sono affidabili?
«Tutti i migranti che sbarcano sulle nostre coste sono sottoposti al test sierologico e poi al tampone. La quarantena è obbligatoria per tutti, ma prima di trovare posti dedicati il Viminale deve affrontare mille “no” che arrivano da comuni e Regioni».
Avevate promesso una nave da mille posti dove tenere chi deve stare in isolamento.
«La procedura di noleggio si è finalmente conclusa e dovrebbe essere operativa già domenica notte. Le prime gare erano andate deserte perché d’estate le navi sono impegnate per i collegamenti con le isole. Ora, con una nuova gara, stiamo lavorando per una seconda nave da posizionare davanti alle coste calabresi».
Dopo le fughe dai centri lei ha deciso di impiegare l’esercito. Basterà?
«I 400 militari destinati in Sicilia e quelli dislocati come rinforzo in Friuli Venezia Giulia svolgeranno un sevizio molto importante per rafforzare i controlli già assicurati dalle forze di polizia. A tutti questi uomini e a queste donne in divisa non mi stancherò mai di inviare un ringraziamento particolare a nome dell’amministrazione dell’Interno e di tutto il Paese».
Si parla di migliaia di persone in attesa di partire dalla Libia.
«In quel Paese c’è bisogno di stabilità e l’Italia non si deve tirare indietro perché solo in una cornice di sicurezza è possibile gestire il controllo delle frontiere e i flussi dell’immigrazione irregolare, sempre nel rispetto dei diritti umani e della salvaguardia delle vite in mare e in terra».
E l’Unione europea?
«Da molti mesi insisto in sede europea sulla necessità di attivare operazioni di evacuazione dei migranti presenti nei centri gestiti dal governo libico attraverso corridoi umanitari organizzati dalla Ue e gestiti dalle agenzie dell’Onu».
Nulla è però accaduto, intanto si è aperto il fronte tunisino.
«Lunedì scorso ho incontrato a Tunisi il presidente della Repubblica Kais Saied e il presidente incaricato, il ministro dell’Interno Hichem Mechichi. Abbiamo concordato per agosto un incremento di rimpatri sui voli bisettimanali già riattivati lo scorso 16 luglio dopo lo stop imposto dal lockdown».
Rispetteranno il patto?
«Abbiamo sollecitato anche modalità più flessibili per il rimpatrio, un gesto simbolico da parte della Tunisia, magari anche con l’utilizzo di navi per effettuare un numero consistente di rimpatri».
E che cosa diamo in cambio? Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio vuole bloccare i soldi per la cooperazione.
«Ho apprezzato le dichiarazioni di oggi del premier incaricato Mechichi che si è rivolto ai suoi concittadini auspicando che trovino opportunità economiche nel loro Paese senza mettere a rischio la propria vita con le traversate in mare. Per questo dobbiamo o aiutarli».
Avete raggiunto l’intesa sui decreti sicurezza. Reggerà fino a settembre?
«L’intesa è stata raggiunta. Ora inizia la fase del confronto con gli enti territoriali per valutare insieme i profili del nuovo sistema di accoglienza».
Si sente assediata?
«Io nell’emergenza cerco sempre di mantenere la calma per prendere decisioni che poi non abbiano effetti collaterali controproducenti. Qualcuno dice che sono sotto pressione ma chiunque sia passato al Viminale sa che ogni giorno qui bisogna affrontare problemi e trovare soluzioni. Per governare un tema complesso come l’immigrazione bisogna profondere energie e prospettare modelli di intervento tutti i giorni dell’anno. Non solo quando arriva l’estate e i telegiornali trasmettono le immagini dei barconi che spuntano nel mare di Lampedusa».
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