Siamo il Paese che spende di più: ma qual è la strategia?
di Federico Fubini |
Divisi, percorsi da odi e rancori
personali, i politici italiani hanno trovato un momento di armonia
mercoledì nell’approvare un nuovo «scostamento» di bilancio da 25
miliardi di euro. Neanche l’opposizione ha osato votare contro. Così il
Parlamento ha autorizzato il governo a fare fin da subito debito in più pari all’1,5% del reddito nazionale.
Ormai ci siamo talmente abituati che, nel gergo di palazzo, una
decisione del genere si definisce una «manovrina». Poi già ieri è
arrivata la conferma di una situazione che di nuovo mette l’intera
classe politica sulla stessa barca: in aprile, maggio e giugno il Prodotto lordo italiano è crollato del 12,4% sul trimestre precedente: un evento sismico, in linea con quanto sta accadendo in Germania, in Francia o negli Stati Uniti.
Ovviamente
la prima misura si spiega con la seconda. In tutto il mondo avanzato, i
Paesi con una moneta di riserva stanno rispondendo alla catastrofe del
coronavirus con quella che si potrebbe definire la strategia del «pasto
gratis». Milton Friedman,
l’economista di Chicago, diceva che «non ci sono pasti gratis» perché
ogni decisione di spesa comporta un costo che qualcuno, da qualche
parte, in qualche momento nel futuro, dovrà sempre pagare. Noi europei
dell’euro, gli americani e i giapponesi invece ci stiamo impegnando per
dimostrare che i pasti gratis esistono, se sei una superpotenza
economica con una moneta globale.
In sostanza si emette debito in quantità enormi per fare spesa pubblica, la vostra banca centrale crea moneta e lo compra quasi tutto, eppure ve la cavate lo stesso: il valore dell’euro, del dollaro e dello yen non collassano, non alimentano una spirale d’inflazione e tassi d’interesse alle stelle, perché la banca centrale cinese o i fondi sovrani del Golfo avranno sempre bisogno di custodire la vostra moneta nelle loro riserve.
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