Vaccino Coronavirus, la Russia annuncia: «Vaccinazione di massa per ottobre». Ma è davvero possibile?

Abbiamo chiesto a Sergio Abrignani, ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano e direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare «Romeo ed Enrica Invernizzi», la sua opinione sulle dichiarazioni russe: è possibile un’accelerazione del genere?
«Per ora sono solo dichiarazioni mentre, non c’è alcuna pubblicazione su questo vaccino che abbia ricevuto una revisione dalla comunità scientifica. L’approvazione richiede un parere di un’agenzia regolatoria che viene rilasciato dopo uno studio di efficacia (la Fase 3) che loro annunciano di dover ancora iniziare. Hanno dichiarato di completare la Fase 2 il 3 agosto e, per quanto possano accorciare i tempi, poi ci vorranno come minimo quattro o cinque mesi per uno studio clinico di Fase 3 su qualche decina di migliaia di persone e non è che a quel punto ci sarà subito il vaccino disponibile da dare a tutti. Quindi, quello che dichiarano mi sembra molto ottimistico e poco scientifico».

Non potrebbero saltare tutti i passaggi e vaccinare lo stesso la popolazione?
«Alcuni Paesi con un forte controllo politico sulle scelte di salute pubblica, potrebbero certamente decidere per volontà politica di vaccinare una parte della popolazione, nonostante il rischio di mancata efficacia o addirittura di danni che potrebbero derivarne. Se hanno deciso che questo è il loro vaccino e ne producono milioni di dosi da somministrare, lo possono fare: si chiama “sperimentazione umana”. Nel mondo occidentale con le nostre agenzie regolatorie non può succedere».

Quali sono i rischi che ne derivano?
«La Fase 3 è uno studio clinico controllato che deve dimostrare efficacia e sicurezza su volontari sani. Come in ogni sperimentazione clinica di un vaccino, ci sono due tipi di rischio: la possibilità di avere effetti collaterali al momento della vaccinazione o la possibilità che quando un vaccinato si infettasse, l’infezione possa avere un decorso più severo. Nel primo caso normalmente lo studio di efficacia si interrompe. Nel secondo caso, quel che può accadere (raramente) è che un vaccino generalmente efficace e senza effetti collaterali al momento della vaccinazione, in un piccolo numero di individui induca una risposta immunitaria che non solo non è protettiva, ma che possa far sviluppare una malattia più aggressiva in caso di infezione».

Queste notizie sui vaccini non rischiano di dare man forte ai no-vax?
«No se date nel giusto modo, ricordando che i vaccini sono tra i farmaci più sicuri al mondo. Come dicevo, il compito delle agenzie regolatorie è di autorizzare l’uso di un vaccino solo quando è sicuro ed efficace».

In merito al “vaccino Usa” di Moderna (che ha iniziato la Fase 3 su circa 30.000 volontari sani), Anthony Fauci ha da poco dichiarato che sarebbe possibile una «sorpresa di ottobre». Cosa vuol dire?
«Fauci è uno dei più grandi ricercatori al mondo e quindi se parla bisogna sempre pensare che lo faccia a ragion veduta. La sorpresa di ottobre potrebbe essere che Moderna potrebbe avere allora dati che indichino che il loro vaccino è sicuro ed efficace sulla base dei risultati della Fase 3 iniziata in luglio, a quel punto ci potrebbe essere una sorta di pre-approvazione che autorizzi la produzione su larga scala. Già essere arrivati a iniziare una Fase 3 dopo meno di 7 mesi dalla pubblicazione della sequenza virale è un risultato che non ci saremmo mai aspettati. La pandemia ha cambiato tutte le regole, in questo caso in meglio».

CORRIERE.IT

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