Treni, la telefonata (furiosa) di Speranza a De Micheli: come avete potuto farlo senza neanche avvisarmi

di Maria Teresa Meli

Due giorni ad alta tensione per il governo, con una lite telefonica tra Roberto Speranza e Paola De Micheli, la rivolta del Comitato tecnico scientifico istituito per il Covid e qualche ora di silenzio (ufficiale e imbarazzato di Giuseppe Conte). La miccia esplode l’altro ieri, quando l’Huffington Post dà notizia dell’email che è arrivata a tutti gli affezionati clienti del Frecciarossa: dal 31 luglio sui treni ad Alta velocità è possibile occupare il cento per cento dei posti a sedere. La polemica si scatena sul web. E Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza si indigna a suon di twitter. La titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti è a Palermo. Tra un aereo e l’altro viene a sapere del pandemonio che è scoppiato. Prima cerca di ottenere un quadro esaustivo della situazione. Poi tenta di calmare Ricciardi al telefono: «Stai tranquillo, guarda che non cambia molto, sono le direttive del Dpcm del 14 luglio che prevedono alcune deroghe».

Già, in realtà Trenitalia ha semplicemente recepito con troppo entusiasmo e un pizzico di eccesso pubblicitario le indicazioni del decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In quel testo c’è scritto che in alcuni casi specifici si può non prevedere nei trasporti il distanziamento di un metro. Ma Ricciardi è preoccupatissimo. Parla con Speranza, gli spiega i pericoli di un allentamento delle regole. Il ministro, che dell’ex attore ora medico si fida ciecamente, capisce i timori dell’ interlocutore. Del resto, sono anche i suoi.

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