Treni, la telefonata (furiosa) di Speranza a De Micheli: come avete potuto farlo senza neanche avvisarmi
Così De Micheli riceve una telefonata del titolare della Salute non propriamente di cortesia: «Ma come avete pensato di fare una cosa del genere senza avvertirmi?», alza la voce Speranza. La ministra cerca di fargli capire che nulla è stato fatto alle sue spalle. C’è un Dpcm che prevede le deroghe, firmato da Conte. È pubblico. Dopodiché a sera De Micheli fa diffondere le linee guida del suo dicastero per quel che riguarda il comparto dei trasporti: sì ci possono essere delle deroghe, ma a condizioni talmente stringenti che il riempimento dei treni ad alta velocità al cento per cento è impossibile.
È anche quello che De Micheli sta cercando di far capire ai suoi interlocutori: «Il governo non ha mai autorizzato il riempimento dei treni come prima del Coronavirus». Ma l’arrabbiatura di Speranza non scema, e nemmeno quella del Comitato tecnico scientifico, indignato per non essere stato consultato prima. Si arriva così a ieri. Il ministro della Salute chiede alla sua collega di mandare una lettera a Trenitalia per precisare le cose.
De Micheli non lo vuole fare. È stufa di continuare a essere messa in mezzo come è già accaduto per Autostrade: «Io capisco che alla luce della curva dei contagi si decida di non avallare per il momento le deroghe previste dal Dpcm, ma firma tu un’ordinanza», suggerisce a Speranza. Il ministro della Salute, che è preoccupato sul serio, perché teme che il primato dell’Italia nella gestione del Covid rispetto agli altri Paesi europei vada in fumo e la pandemia riprenda piede nel nostro Paese, si consulta con il presidente del Consiglio Conte e con gli scienziati del Cts, che lo spingono a intervenire velocemente e con decisione. E così Roberto Speranza, sabato, decide di firmare l’ordinanza che reintroduce l’obbligo di distanziamento sui treni.
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