Coronavirus, i veri numeri del contagio in Italia: 1,5 milioni di casi
I cittadini di Como e Lecco sono rimasti invece relativamente ai margini: qui la sieroprevalenza è del 3% eppure siamo sempre nella Regione più tartassata. Contagiati il 19% dei cremonesi contro il 5,1% dei pavesi. «Segno che la diffusione dell’epidemia ha interessato ristrette comunità», commenta il primato negativo della sua città Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del comitato tecnico scientifico di supporto al governo per l’emergenza coronavirus.
Lo studio spagnolo
«Non ci aspettavamo valori diversi , ci siamo allineati alle osservazioni di altri Paesi», dice Locatelli citando un lavoro spagnolo pubblicato sulla rivista Lancet all’inizio di luglio. Le informazioni raccolte sul piano pratico servono a riflettere sulle modalità di circolazione di questo nuovo nemico infettivo e a seguire nel tempo «la persistenza degli anticorpi» se cioè chi li ha sviluppati li mantiene l’immunità e quanto a lungo. «Essere positivi agli anticorpi non equivale a possedere il patentino di immunità», chiarisce Locatelli.
Bambini risparmiati
Non si sono viste differenze profonde tra classi d’età, ma la prevalenza è più bassa nei bambini tra 0 e 5 anni (1,3%) e in quelli dagli 85 in su (1,8%) probabilmente perché i piccoli sono meno esposti perché non hanno ancora sviluppato i recettori ACE 2 utilizzato dal virus per entrare nella cellula umana. Gli anziani probabilmente si sono protetti di più (con mascherine e non uscendo di casa) rendendosi conto di essere una categoria molto fragile, spaventati dai tanti morti. Rispetto alla popolazione generale gli operatori sanitari sono stati doppiamente contagiati: il 5% sono risultati positivi al test sierologico (in Spagna il 10%).
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L’indagine dell’Istat: tutti i numeri
Letalità
E c’è un’altra informazione importante. Il tasso di letalità, cioè il rapporto tra numero di contagiati e popolazione: è del 2,5% in linea con l’esperienza internazionale, sei volte più basso del 14% calcolato in base al numero dei positivi diagnosticati col tampone, ricoverati o finiti in isolamento. Infine è arrivato il dato certo sugli asintomatici che restano una delle incognite di questa epidemia in quanto non è certo quanto e in quali circostanze siano infettivi: gli italiani positivi agli anticorpi che hanno preso il virus senza sviluppare i sintomi sono il 27,3%, come in Spagna. «Questo conferma l’importanza delle misure di protezione individuale, anche chi non si ammala può contribuire in modo rilevante alla diffusione del Sars», conferma Locatelli. Tra gli altri sieropositivi, il 24,7% hanno riferito di aver avuto mal di testa, febbre o tosse, mentre il 41,5% oltre a febbre, hanno elencato dolori muscolari e perdita di olfatto e gusto.
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