Coronavirus, Locatelli: «Nel 27% dei casi il virus viaggia con gli asintomatici. L’Italia sta facendo bene ma attenzione durante le vacanze»
E il terzo?
«Appare di grande prospettiva la terapia degli anticorpi monoclonali.
Si tratta di farmaci che impediscono il legame del virus al recettore
presente sulle cellule umane. Potrebbe offrire un’arma terapeutica di
grande efficacia ed è importante che l’Italia vi stia investendo».
Cosa sappiamo oggi degli asintomatici?
«Circa
il 27% dei soggetti che hanno sviluppato una risposta anticorpale a
Sars-CoV-2 non hanno mai avuto sintomi. È uno dei risultati più
interessanti dello studio nazionale sulla sieroprevalenza appena
concluso. La percentuale è simile a quella riscontrata in Spagna (32%) .
Gli asintomatici contribuiscono a sostenere l’epidemia perché possono
non essere facilmente identificati e isolati. Da questa osservazione
deriva l’importanza fondamentale di rispettare i principi del
distanziamento interpersonale e di indossare mascherine nei locali
chiusi e anche all’aperto qualora non sia possibile evitare gli
assembramenti».
Quali sintomi contraddistinguono in maniera particolare questo virus dagli altri?
«I
sintomi respiratori sono certamente quelli più noti e fanno parte delle
manifestazioni cliniche più gravi della patologia. Quelli più peculiari
sono però la perdita/alterazione dell’olfatto e del gusto che sono
stati riportati essere presenti in più del 50% dei soggetti che hanno
aderito allo studio di sieroprevalenza».
Anche se in forma lieve o asintomatica Covid-19 lascia strascichi o danni cronici?
«Soggetti
che abbiano sviluppato forme lievi, o addirittura asintomatiche,
d’infezione da Sars-CoV-2 è assai improbabile che abbiano dei danni
persistenti nel tempo».
E le forme gravi?
«Il danno conseguente all’infezione da Sars-CoV-2 è ancora compiutamente da definire. Vi sono iniziali segnalazioni di quadri di insufficienza respiratoria o esiti cardiaci nei soggetti che hanno sviluppato le forme più gravi di Covid-19. È importante che vengano attivati programmi di monitoraggio continuativo nel tempo per poter avere un quadro più preciso di eventuali effetti negativi a distanza e per poter eventualmente intraprendere terapie in grado di contrastare gli esiti della malattia».
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