Sgravi fiscali del 30 per cento per le imprese del Sud
Il principale nodo era stato d’altronde sciolto nella notte. La Cassa integrazione verrà prorogata per 18 settimane, fino a raggiungere l’ultimo giorno dell’anno. Le prime 9 saranno prive di oneri, le seconde prevederanno il pagamento di un’addizionale da calcolare in base al raffronto tra il fatturato del 2019 e quello del 2020, tra il 9% e il 18% a seconda di quanto il lavoratore avrebbe dovuto percepire. Fin quando un datore di lavoro usufruirà della Cig sarà tenuto al divieto di licenziamento. Il blocco, in buona sostanza, verrà prorogato almeno fino a metà novembre, con un termine ultimo al 31 dicembre per le aziende che vorranno sfruttare la cassa integrazione fino alla fine. Nel pacchetto previste anche decontribuzioni sia per i nuovi assunti, sia per le imprese che cesseranno di usufruire della Cig.
Su questo punto si sono registrati malumori di Leu per tutto il corso della giornata, con il partito della sinistra che ha continuato a spingere per una proroga secca del blocco fino a fine dicembre. L’empasse si sblocca nel primo pomeriggio: “Noi volevamo fine anno – spiega una fonte del partito – ma questa soluzione, che impedisce il licenziamento fino a che un’altra soluzione è possibile, alla fine è un compromesso accettabile”. A puntare i piedi rimane unicamente Italia viva: “Il nostro via libera – dice Luigi Marattin – è condizionato ad alcune misure, in primis lo slittamento delle tasse di novembre per i lavoratori autonomi, isa e forfettari”. Difficile che le richieste vengano accolte prima del via libera del Cdm, più facile che se ne parli in sede di conversione.
Il lavorio continua e le ultime limature sono attese tra stasera e domani mattina. In ballo ancora l’ipotesi di una decontribuzione per le nuove assunzioni e le lavoratrici, e l’estensione del bonus dei 600 euro anche al comparto dei taxi e ncc. Il problema sarebbe di coperture, con i conti da far quadrare tenendo in considerazione gli aiuti ai lavoratori stagionali del settore del turismo, termale e dello spettacolo. Ancora da trovare l’intesa sul “bonus filiera italiana”, un contributo a fondo perduto per i ristoratori che acquistano prodotti made in Italy. Mentre sarebbe saltato il bonus consumi.
L’HUFFPOST
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