Corsa al vaccino: di chi ci possiamo fidare? “Non conta chi arriva primo, ma l’efficacia”
di ALESSANDRO MALPELO
Dopo l’annuncio di Vladimir Putin di avere approntato un vaccino anti-Covid, l’Oms ha detto che la Russia dovrà superare verifiche rigorose come tutti, e c’è chi insinua che potrebbero aver bruciato le tappe violando le regole. Cosa dobbiamo pensare? “Penso che la ricerca in Russia sia molto avanti in generale, così come in Cina – afferma Stefano Vella, virologo docente di salute globale all’Università Cattolica di Roma, rappresentante italiano nel programma sanitario europeo Horizon – ci sono del resto 140 aziende in corsa, in diverse parti del mondo, quindi possiamo mettere in conto qualche risultato a sorpresa. Prima però occorre veder pubblicate prove di efficacia e sicurezza”.
Mettiamo in conto qualche annuncio a effetto?
“Ci sarà anche una componente di propaganda, come quando ci sentiamo dire ‘andremo su Marte per primi’. Ma in medicina i nodi vengono al pettine”.
Anche nelle cure all’avanguardia?
“Gli annunci sono una componente del grande domino della farmaceutica. Gli Usa fanno scuola. A Pomezia stanno sviluppando un vaccino assieme a Oxford. Poi è stato annunciato l’avvio di test sul vaccino italiano, a Roma allo Spallanzani, mentre a Siena lavorano sugli anticorpi monoclonali”.
Tutti parlano di vaccini anti Sars-Cov2 come se fossero a portata di mano.
“Il problema è la messa in produzione su larga scala. Produrre un vaccino è relativamente semplice, così come testarlo su una cerchia ristretta di volontari. Ma poi devi sperimentare su ampi strati di popolazione”.
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