Bonus Covid, tutte le scuse dei politici: «Fatto a mia insaputa», «Volevo provocare», «È stata la mia compagna»

Anche se prima al Corriere Fiorentino aveva dichiarato: «L’ho preso il bonus, lo dissi a marzo in pubblico per ribadire che il meccanismo era sbagliato, li ho versati in aprile e maggio in beneficenza. A chiederli è stato il mio commercialista». Franco Mattiussi, consigliere di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia, imprenditore, si era giustificato invece dicendo: «Ho utilizzato quei soldi anche per far quadrare conti che comunque dovevano essere saldati. Perché nonostante tutto fosse fermo, bollette continuavano ad arrivare». Gianluca Forcolin, numero due della giunta leghista di Luca Zaia in Veneto (che come i colleghi Barbisan e Montagnoli la Lega ha deciso di non ricandidare), il bonus non l’ha ottenuto «senza vedere un centesimo». «Ma se dei soldi fossero arrivati, sarebbero rimasti nelle casse dello studio», ha detto lui. A chiedere il denaro, ha sostenuto il vicepresidente, è stato però lo studio di commercialisti di cui è socio. Era andato «in automatico», è stata la spiegazione, dopo le ferie forzate e la cassa integrazione per alcuni dipendenti. «Ma io non lo sapevo», ha detto.

CORRIERE.IT

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