Il bonus dei furbetti. Un boomerang per Inps, partiti e governo

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Quando domani il presidente dell’Inps Pasquale Tridico sarà in Parlamento per essere interrogato sul caso dei bonus da 600 euro chiesti e ottenuti da alcuni deputati, le domande cui dovrà rispondere sono molte. Tridico ma non solo lui. Perché questa vicenda apparentemente insignificante (che cosa rappresentano alcune migliaia di euro…) ha avuto l’effetto di un granello di sabbia nel delicato ingranaggio della fiducia che lega, o dovrebbe legare, istituzioni e cittadini. Il banco degli imputati quindi è affollato. Nessuno pensi che una volta soddisfatta la curiosità generale sui nomi (peraltro relativa, perché due dei cinque, i leghisti Dara e Murelli, già si conoscono) la vicenda possa essere dirsi conclusa. 

Tridico dovrà spiegare come mai la storia è uscita dall’Inps a uso e consumo di chi in questo momento ha interesse a caricare la molla dell’indignazione anticasta in vista del referendum sul taglio dei parlamentari. Troppo comodo trincerarsi dietro allo schermo della privacy. Il governo dovrà chiarire come mai una misura così importante come il sostegno al reddito in una fase di acuta crisi economica è stata elargita senza che siano stati previsti elementari criteri di cautela e garanzia affinché i soldi non finissero a chi in effetti non ne aveva bisogno, e magari potesse contare ugualmente su un reddito certo. Troppo facile liquidare tutto con un “avevamno fretta di elargire gli aiuti”.

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