Coronavirus, Miozzo (Cts): “E’ necessario far tornare i medici nelle scuole”



Il picco del panico?
“Quando abbiamo capito come era messo il Paese sulle mascherine e i respiratori. Politiche industriali e sanitarie di decenni ci lasciavano impotenti di fronte ai nostri vecchi che finivano in Rianimazione, a medici e infermieri di ospedali di periferia che si coprivano il viso con le garze. Intorno a noi squali ci offrivano maschere da subacqueo per liberare le vie di ostruzione o chirurgiche da produrre con il teflon”.

C’è stato un leader, in quelle notti in Via Vitorchiano?
“C’è stato un ministro della Sanità capace, in solitudine, di fermare gli aerei dalla Cina. Roberto Speranza ha preso decisioni che l’Europa ha ignorato aggravando la situazione. Il ministro Speranza, vorrei dirlo tanto mi mancano 45 giorni alla pensione e non ho bisogno di favori da parte di nessuno, è stato un illuminato. Qualcuno l’aveva preso per matto, ma con pochissimi consiglieri intorno e la protezione di Giuseppe Conte ha fatto scelte decisive”.

Lei avrebbe reso pubblici i cento verbali delle riunioni?
“No. Non c’erano segreti da proteggere, solo una riservatezza necessaria per non spaventare il popolo e non costringere gli esperti ad occuparsi di come veicolare le informazioni. Dovevano combattere un virus”.

Siamo ancora in emergenza, il popolo si può ancora spaventare?
“Se le famiglie conoscessero lo scenario estremo che abbiamo prefigurato per la scuola potrebbero avere reazioni irrazionali. Ma questo fa parte del nostro lavoro, prevedere il peggio per evitarlo. La riservatezza aiuta a risolvere i problemi”.

Diceva la scuola, le ultime “preparazioni” del ministero della Salute parlano di grandi incognite.
“La nostra scassata scuola è messa meglio di quanto lo fosse la sanità a febbraio. Ce la farà. Alcuni contagi all’interno delle classi sono messi in conto, ma oggi siamo nelle condizioni di isolarli senza bloccare il sistema”.

I medici di prevenzione nelle Asl, chiamati a vigilare sugli istituti scolastici, sono pochi.
Il Comitato tecnico scientifico è stato chiaro: serve il ritorno del medico scolastico. E’ stata una figura decisiva per la crescita del Paese, va ripristinata”.

Non torneremo più a seimila contagi al giorno, in Italia?
“Questo non lo so. So che oggi non ci sarà più un malato di Covid in barella accanto al cardiopatico, che ci sono i dispositivi e le apparecchiature e, soprattutto, che è cresciuta la consapevolezza nel Paese. Fanno notizia i contagi sulle spiagge e in discoteca, ma io in queste ore sono in Liguria e non vedo una persona entrare in un negozio senza mascherina. Neppure una”.

REP.IT

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