Ponte Genova, Egle Possetti: “I nostri morti siano riconosciuti vittime di strage”
Sì. Perché quel che è accaduto non doveva essere permesso. E quindi cosa è stata se non una strage? Per questo come comitato chiediamo che i 43 morti del crollo vengano riconosciuti come vittime di strage. Allo stesso modo delle vittime della strage di Bologna e di altre stragi che hanno macchiato il nostro Paese.
Avete chiesto anche che venga istituito un fondo per le vittime.
Non tanto per noi, ma per chi in futuro, spero mai, dovrà affrontare i nostri stessi problemi. Serve che lo Stato crei un fondo e un sistema di intervento immediato affinché chi si troverà nella nostra situazione non si senta abbandonato. Dopo il crollo del Ponte c’è chi ha avuto perdite che hanno inciso sul patrimonio familiare in maniera pesante e non sapeva come fare. È necessario un fondo che anticipi anche le spese per i processi.
Da poco è stato inaugurato il nuovo ponte. La maggior parte di voi non ha partecipato.
Con 43 morti là sotto non si poteva. Per fortuna, grazie al presidente Mattarella, la cerimonia di inaugurazione non è stata fatta in pompa magna. All’inizio doveva essere una specie di carnevale, con concerti e presentatori. Una specie di Festival di Sanremo con tutto il rispetto per il Festival. Quel ponte non è il nostro luogo. Non possiamo sentirlo nostro.
Cosa rappresenta per voi il nuovo ponte?
Pensiamo sia un peccato che non sia stato fatto prima al posto di quello che crollando ha ucciso i nostri cari. In quel caso ci sarebbe stato molto da festeggiare.
Cosa vi siete detti col Capo dello Stato?
Mattarella ci ha sempre ascoltato molto. Noi gli abbiamo spiegato, tra le tante cose, che non ci fidiamo di chi aveva la concessione del Morandi. E lui ci ha detto che ci sono nomi e cognomi per la responsabilità del crollo e saranno stabiliti.
Col tempo sarà creato un luogo della memoria per le 43 vittime.
L’abbiamo chiesto subito al sindaco di Genova. E proprio sotto al ponte verrà ripristinata un’area con un grande parco che è allo allo studio dell’architetto Stefano Boeri. Il primo embrione, subito visibile, sarà composto da 43 alberi in cerchio. Poi, quando sarà terminato il progetto edile, ci sarà un museo per il ricordo delle vittime e un piccolo luogo di ritrovo solo per noi. A lato del memoriale verrà poi costruita una serra delle biodiversità con specie mediterranee della zona.
L’HUFFPOST
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