Toscana, Rossi: “Con la Lega rischiamo di diventare una Toscanina”



Eppure ci sono almeno due Toscane che procedono a velocità diverse. Quella del centro che cresce e la costa e il sud in affanno. E la Lega di Susanna Ceccardi si è incuneata in questo problema.
“Nel 2015 avevo già parlato di due Toscane e quasi tutti gli sforzi della mia giunta di questi anni sono stati concentrati sulla Toscana più debole. La Toscana centrale è ben collegata ai flussi economici importanti del Paese, all’asse Milano-Bologna- Roma e questo la rende più forte. Non lo stesso si può dire per la costa. Alla base c’è un problema infrastrutturale: a Pisa non manca né la ricerca né la capacità di produrre. La costa ha aree critiche a Piombino e Livorno. Ma noi ci abbiamo messo il massimo impegno e quel che dipendeva da noi come Regione lo abbiamo fatto, come il porto di Piombino e il raddoppio della ferrovia Pistoia-Lucca, che è molto avanti, su cui abbiamo messo 250 milioni. Anche sulla Darsena Europa di Livorno abbiamo messo 250 milioni e quei soldi ci sono ancora ma l’opera la deve fare l’Autorità portuale, che è di nomina del governo. Io faccio riunioni ogni due mesi per sollecitare. Rimane una differenza di grado di sviluppo tra la Toscana centrale e l’area della costa e questa si può superare con interventi infrastrutturali. A partire dalla Tirrenica. Mi auguro che ora si faccia sul serio, se ne parla dai tempi di Vannino Chiti ma la società Autostrade e anche il governo Renzi non hanno mai fatto passi avanti. Sono stato deluso dall’incapacità del governo Renzi di portare a casa anche uno soltanto degli interventi previsti per la Toscana”.

Pista di Peretola compresa?
“Renzi ha fatto la variante di Valico ma la questione dell’aeroporto di Firenze è sempre lì. Per entrare a Peretola si passa da una porta scorrevole larga due metri, quello è l’ingresso della Toscana. Se vi pare sia una cosa decente…Non c’è alcuna ragione per non fare la nuova pista. Salvo che qualcuno non mi venga a dire che l’aeroporto va chiuso e si va a Bologna, che vuol dire condannare una regione intera. Quel progetto è di miglioramento ambientale. Chi dice il contrario dice falsità, che sia di destra o sinistra. Io mi sono battuto per questa ipotesi, forse se il governo Renzi avesse dato una spinta più forte oggi saremmo avanti. Invece ha tenuto la valutazione d’impatto ambientale ferma due anni”.

E però anche nel Pd c’è tuttora chi lotta contro quel progetto, a Pisa come nella Piana.
“Vecchio corporativismo municipale. È la malattia della Toscana, è demenza totale e io l’ho combattuta facendomi diversi nemici. Noi siamo una piccola città nel mondo e non possiamo cedere a pulsioni simili. Occorre fare attenzione. Che sentimenti simili li esprima Firenze o Pisa, è la condanna di questa terra. È la cosa che temo di più. Attenzione al mio partito e al futuro presidente, che sarà Giani. Sarà la morte della Toscana se riprendono queste spinte”.

È proprio su una spinta anti fiorentina che gioca Ceccardi però…
“La Lega ora fa la guerra all’aeroporto per strumentalizzare e raccattare due voti. Ma la Toscana deve essere governata come sistema complessivo. Nel mondo globale è come una città di piccole medie dimensioni e deve avere servizi organizzati ed efficienti. Nessun centralismo regionale, beninteso. Ma sono convinto che se non c’è un governo di sistema, come rischiamo con la Lega, la Toscana diventi una Toscanina. Graziosa per le sue bellezze naturali e le città d’arte, che si autocelebra in maniera folkloristica ma perde posizioni nel mondo. E questo vale in tanti settori. Penso alla sanità ad esempio. Se avessimo avuto le vecchie Asl avremmo avuto tanti morti quanto la Lombardia col coronavirus. Abbiamo potuto dare una risposta di sistema e questo ci ha salvati. Le grandi Asl hanno ridotto la mortalità, questi sono dati. Non dobbiamo dare soddisfazione alle spinte municipalistiche per le nomine per questo o quel primario. Così si regredisce e si torna indietro e sono contento che Giani lo abbia capito”.

La gara del trasporto pubblico locale è arrivata in fondo. Per i bus toscani sta cominciando l’era di Ratp. Preoccupato degli strascichi giudiziari? Salvini dice che avete regalato il trasporto ai francesi.
“Ho perso il conto dei ricorsi ma sono convinto di aver fatto bene. Assolutamente bene. Non temiamo nulla su questa vicenda, abbiamo agito nel rispetto delle leggi. Quanto a Salvini cosa devo dire? Uno che si permette di commentare la chiusura delle discoteche come ha fatto e va ad annusare il formaggio senza mascherina non può che essere definito un mascalzone politico. Un truce che ha soltanto la capacità di vellicare i peggiori istinti della gente, incurante delle conseguenze che questo può avere”.

Ce la vede Ceccardi governatrice?
“Non esiste. Giani vincerà e sarà un ottimo presidente. Con uno stile diverso dal mio ma non meno efficace. Si sta impegnando, sta migliorando. Quanto a Ceccardi, prima di prenderla sul serio occorre ragionare su una cosa. Lei ha detto che se perde ritorna in Europa. Non si fa così. Se perdi vieni in Consiglio regionale, dici la tua e fai valere le ragioni dell’opposizione, altrimenti prendi per i fondelli tutti i toscani. Quel che dicono lei e Salvini sono lacrime nella pioggia”.

Giani dice di venire dalla storia rossa della Toscana, ma c’è ancora quella storia? Il Pd ha perso Pisa, Siena, Pistoia…
“La storia rossa esiste e sta nelle invarianti strutturali toscane, qualità e solidarietà, bellezza e uguaglianza. C’è un problema di rinnovamento di questa storia, che però deve avvenire dall’interno. Dobbiamo tornare a rappresentare i ceti popolari, i ceti medi produttivi e intellettuali. Questa capacità l’abbiamo perduta, gli elettori si sono sentiti traditi e qui la reazione è stata più forte che altrove. Io però in questi anni non sono mai mancato ad una crisi aziendale e non ho mai ricevuto fischi dai lavoratori. Il renzismo ha guardato ai potenti e non ai ceti produttivi. Questo è stato”.

Ma oggi Renzi è un alleato del Pd in Toscana…
“Io sono contento che abbia fatto la sua scelta. Lui è un liberal democratico, non a caso si trova a dialogare con una persona che stimo come Calenda, auspico che si formi un polo liberal mentre invece il Pd deve avere a cuore la storia sociale della sinistra italiana e quella del mondo cattolico”.

Sul fronte dei diritti cosa crede vada fatto in Toscana?
“Noi siamo avanti anni. La legge Martini contro le discriminazioni è la più avanzata d’Italia. Nel nostro statuto regionale c’è un riconoscimento per le coppie omosessuali. Abbiamo incoraggiato l’utilizzo della Ru486: quando ero assessore alla sanità la comprammo all’estero. Anche sulle questioni di genere, io ho sempre avuto una giunta paritaria tra uomini e donne e nelle nomine ho provato ad essere equilibrato. Ma questo è un punto forte e lo ripropongo. Come del resto mi permetto di suggerire a chi verrà dopo di me che sui servizi all’infanzia occorre un salto di qualità. I nidi andrebbero resi gratuiti per tutti. I soldi vanno trovati in qualche modo anche se il bilancio regionale in questi anni è stato dimezzato anche dai governi del centrosinistra. Ora arriveranno i soldi dell’Europa, spero. Il futuro presidente avrà più soldi, beato lui. Si parla di 4-5 miliardi con il Recovery Fund e oltre 2 con il Mes che spero il governo accetti. Noi abbiamo realizzato tanti asili nido, ora l’impegno della sinistra deve essere renderli gratuiti”.

C’è stato un momento in cui ha temuto di non farcela col coronavirus?
“Di farcela meglio della sanità privata lombarda mai avuto dubbi. E siamo andati meglio anche del Veneto. Abbiamo avuto qualche problema coi tamponi ma abbiamo retto bene. C’è stata preoccupazione quando i contagi crescevano in maniera vertiginosa in aprile. Ma il lockdown ha salvato il Paese. La guardia deve continuare a rimanere alta”.

Mai più privati in sanità?
“È un problema di impostazione. Non si escludono certo accordi, né col privato né col privato sociale. Anche qui si raccontano novelle: io da assessore con legge ho reso il volontariato parte integrante del sistema sanitario toscano. Ma questo va fatto mantenendo la sanità nelle mani pubbliche”.

E l’intramoenia?
“Io sono perché piano piano venga superato. I giovani dottori specializzati li paghiamo una miseria, io sono per pagarli di più, sono ragazzi che hanno un’alta formazione. Con stipendi migliori potremmo anche pensare a forme di contratto che prevedano una totale esclusività per il pubblico”.

La Lega continua a ricordare la vicenda del buco della Asl di Massa. Si rimprovera qualcosa?
“Fummo l’unica Regione a fare le certificazioni di bilancio e venne fuori che c’era un buco di 60 milioni a Massa. Non lo nascosi. Denunciai tutto. E commissariai la Asl. Non era vero dei 400 milioni, il buco era di 260. Poi il bilancio è stato risanato con il contributo nazionale. Anche a noi i dati erano stati nascosti. E il procuratore ha attestato che il mio comportamento era stato corretto e rigoroso. È una vicenda su cui ho patito ma ne esco a testa alta”.

Non siete stati troppo timidi sulle politiche ambientali? L’obiettivo della Toscana carbon free è lontano e un piano aggiornato dei rifiuti non c’è. Lei ritiene chiusa la stagione dei nuovi inceneritori?
“La mia giunta ha individuato una soluzione concreta senza nuovi inceneritori che prevede un impianto di trattamento del Css con tecnologia “end of waste” a Case Passerini e una bioraffineria con processo “waste to fuel” a Livorno, nell’area Eni. È una soluzione industriale moderna e al passo con le sfide ambientali. Ma adesso toccherà ad altri”.

Cosa farà dal 22 settembre Enrico Rossi? Diventerà assessore a Signa?
“Vediamo. Ho avuto anche più di un’offerta, valuterà il sindaco cosa fare. Ho un ruolo in Europa, sono vice presidente del Comitato delle Regioni e avere un incarico elettivo mi consentirebbe di mantenere quel posto, cosa importante per la Toscana. Io voglio continuare a fare politica nazionale e a battermi. Non credo di avere l’età per tornare a casa. Qualunque sia, questo Comune avrà da parte mia il massimo impegno. Chi mi conosce sa che semmai rompo troppo le scatole. Per me sarebbe una grande occasione di ritrovare contatto diretto con i cittadini dopo 20 di governo al livello regionale”

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