Covid in Sardegna, la paura dei turisti: «Troppa confusione, in certe zone c’è un liberi tutti»
La movida a San Teodoro, provincia di Sassari (foto di Vanna Sanna)
L’avvocato Gabriele Donà, 49 anni di Padova, ieri ha fatto una camminata di venti minuti per raggiungere la spiaggia Rena di Matteu ad Aglientu, in Gallura: «Ho preferito andare in quel tratto dove non si può arrivare in auto e il distanziamento sociale è assicurato: il turista più vicino ce l’avevo a dieci metri». È sceso in Sardegna con la famiglia il primo agosto e ci resterà fino alla fine del mese, come pianificato: «Di sicuro si percepisce che è aumentato l’allarme sociale e molte più persone indossano la mascherina. Nelle spiagge, però, mi pare prevalga il liberi tutti. Noi continueremo a essere scrupolosi come nei mesi scorsi».
La circolare poco rispettata
Il pediatra Sandro Salvatoni, 68 anni, professore emerito dell’Università dell’Insubria, è invece appena tornato a Varese, come da programma, dopo due mesi e mezzo a Santa Teresa di Gallura, nella baia di Santa Reparata. Racconta: «Sono sempre uscito in mare con il mio gommone. La circolare che chiedeva di indossare la mascherina sui pontili era poco rispettata, esclusi gli ormeggiatori. Gli esercenti, in generale, erano molto attenti a far rispettare le norme. Io ho continuato a fare la solita vita sociale, con tutte le precauzioni che già usavo prima, alla larga dai luoghi affollati».
La diffidenza
L’orafo Angelo Mereu, che ha una gioielleria artigiana a Milano, non intende muoversi dal suo buen retiro a Porto Rafael con vista sulla famigerata isola di Santo Stefano, dove nei giorni scorsi sono stati registrati 24 casi di Covid. «Non ho paura, però sembra vogliano spaventarci a tutti i costi, ora ci guardiamo un po’ con diffidenza». È sua la mostra fotografica permanente che dalla chiesetta va fino alla piazza. «Le persone stanno continuando a venire a vederla, con la mascherina nel braccio, pronta per l’uso».
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