Covid in Sardegna, la paura dei turisti: «Troppa confusione, in certe zone c’è un liberi tutti»
Il caso del resort
Dopo il pasticcio del resort in quarantena nell’arcipelago della Maddalena, dei casi di coronavirus al Billionaire, delle intemerate del governatore Solinas contro il governo, nei turisti che si trovano sulla costa nordorientale sarda prevale una ragionevole tranquillità. Certo, c’è Giada Barbarani, 41 anni, che se n’è andata via a spese sue con il primo volo utile appena le hanno detto (a voce) che non era tra gli ospiti di Santo Stefano positivi al tampone. Per telefono, da Milano, sbotta: «C’era una disorganizzazione sconcertante, al ristorante code lunghissime perché avevano un solo operatore per blocco di pietanze, quando si arrivava al tavolo non era stato ancora ripulito… I camerieri si facevano in quattro, ma erano pochi». Però, poi, c’è anche Alessandra Zoppini, 50 anni di Milano San Felice, che nella stessa struttura ha prenotato per un’altra settimana: «Ora che sono partiti quasi tutti si sta benissimo!».
Il rientro
Fabio Abati, dirigente milanese, non vuole rinunciare a un solo giorno di quelli pianificati a Porto Ottiolu, pochi chilometri da San Teodoro, dove non si può più andare in spiaggia dalle 22 alle 6 del mattino. Dice: «C’è un po’ più di disagio a dover indossare la mascherina dopo le 18 anche all’aperto. Ma io e mia moglie Cristina stiamo continuando a uscire la sera. Sarà che qui siamo a casa nostra: ci sentiamo abbastanza tranquilli». L’ex tennista Mara Santangelo, 39 anni, è rientrata a Roma un paio di giorni fa. Ammette: «Non è che sia scappata, avevo già prenotato il volo. Ma ero a Porto Cervo, e con il clima che si era creato non mi è dispiaciuto andar via». Lei il tampone non lo ha ancora fatto: «Non ho avuto tempo. Ma le persone con cui ero in vacanza sono tutte negative».
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