Covid, gli insegnanti hanno paura: troppi rischi. “In aula così non ci torniamo”
di VERONICA PASSERI
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, se la prende con i sindacati (“Sabotano la ripartenza”), ma in realtà non manca tra gli insegnanti un diffuso senso di paura per i rischi di contagio connessi alle lezioni in presenza. Di questo sentiment i social, se non le dichiarazioni ufficiali, sono pieni. Basta avere accesso a uno dei gruppi Facebook che riuniscono docenti e scorrere i post, quasi tutti con nome e cognome, scritti da insegnanti di tutta Italia – da Palermo a Milano, da Brescia a Taranto, da Bologna a Napoli e Firenze – in cui questi timori diventano palpabili.
La domanda viene posta in modo diretto in un post: “Siete pro o contro l’apertura a settembre dell’anno scolastico?”. I commenti sono, in poche ore, quasi 650. E la maggioranza è per il no. Il refrain è “così, contro”, perché, spiega Marta, “non dobbiamo rimetterci né noi né i nostri alunni” e perché, attacca Valeria, “non hanno fatto nulla per il rientro in sicurezza”. “Riaprire la scuola? No! – osserva in un altro gruppo Fb Beatrice – Troppe cose che non possono essere realizzate, troppa confusione”. E dunque che fare? Secondo Roberta “si dovrebbe riaprire dopo le votazioni”, quindi dopo il 20-21 settembre. C’è anche chi è a favore come Alessia che dice “sì, ma con classi dimezzate”. O come Valentina: “Pro o contro? Pro pro pro, la scuola deve andare avanti”.
C’è poi un capitolo specifico sulle misure di prevenzione. “La sicurezza del metro di distanza è molto discutibile – osserva Chiara –, io prenderei lo schermo di plexiglas come i farmacisti e i tabaccai, perché noi no?”. C’è chi risponde che “la scuola non è solo dove si interroga, è il luogo dove si impara a stare a contatto: nascosta dietro al plexiglas come lo fai?”. Ma per tanti la soluzione è una: “Distanza e finestre aperte anche a gennaio”.
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