Non avere paura del futuro la politica abbia coraggio

di   Walter Veltroni

Parlo delle decisioni che sono ispirate, comunque, da una visione, programmatica e valoriale, che nasce dal profondo di un’analisi della società e dallo sforzo, talvolta la sofferenza, di interpretare i cambiamenti che le circostanze storiche determinano nel lavoro e nella vita dei cittadini. Cambiamenti che dovrebbero produrre anche nel pensiero e nel discorso pubblico.

Il mondo cambia, con una velocità impressionante. Il primo grande mutamento è stato determinato dalla rivoluzione tecnologica che ha stravolto modi di produrre, conoscere, comunicare, stabilire relazioni umane. Apple, per capirsi, è diventata in questi giorni, proprio con il bilancio del drammatico anno del virus, una potenza economica superiore alla Spagna, il quindicesimo «Stato» del mondo e tra poco potrebbe rivendicare un seggio al G8. Il secondo è stato la diffusione globale della paura attraverso la sfida del terrorismo integralista, a cominciare dal grande choc delle Torri Gemelle. Infine la pandemia che ha gelato le economie della Terra, prodotto centinaia di migliaia di morti, stracciato un numero infinito di contratti di lavoro e sbattuto la vita di milioni di famiglie nella più penosa e pericolosa delle condizioni umane: l’incertezza.

Di fronte a questo rivolgimento del mondo la politica resta aggrappata disperatamente a un bisogno di sopravvivenza , come l’equipaggio della Zattera della Medusa di Géricault. La storia reale del naufragio rappresentato dal grande pittore francese è interessante e può avere valore simbolico. Nasce, in primo luogo, dalla incapacità del comandante di capire la giusta rotta e dalla sua inesperienza nella conduzione di una nave di quella portata. Da quella catastrofe, della ciurma rappresentata nel quadro, tornarono solo in dieci.

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