Pd e 5 stelle, la coalizione merita di più
Altro tema riguarda, invece, il Partito democratico. Un partito che, almeno sulla carta, dovrebbe costruire la sua cultura delle alleanze attraverso un percorso politico e di contenuti fondato sul confronto, sul coinvolgimento popolare e sul dibattito tra le diverse componenti. Purtroppo, e forse in ossequio al verbo populista e demagogico dei 5 stelle, tutto ciò non è stato possibile. Ma, comunque sia, una seria e credibile cultura delle alleanze non può prescindere da un serio dibattito politico e culturale. È sufficiente scorrere le varie fasi politiche e storiche che hanno caratterizzato e scandito la vita politica italiana per rendersi conto che sul capitolo delle alleanze le casualità e le improvvisazioni, di norma, rappresentano una eccezione e non la regola. Perché è proprio su questo versante che entrano in gioco i valori, le culture politiche, i programmi, i contenuti e quindi le prospettive politiche dei vari soggetti campo. Per dirla con una sola parola, entra in gioco la credibilità e la serietà della politica. C’è da augurarsi che da parte delle forze politiche che non sono ispirate dal solo populismo da un lato e che non rispondono solo e soltanto alla cifra di un partito personale e del capo dall’altro, ci sia un ravvedimento su questo terreno. Anche perchè risponde alla natura dei partiti democratici, costituzionali e che non si rassegnano alla deriva populista, demagogica e autoritaria.
Ma c’è anche un altro aspetto che merita di essere ricordato quando si parla di alleanze e di cultura delle alleanze. E cioè, come evitare che la cifra del trasformismo diventi la nuova stella polare che orienta e disciplina il comportamento delle forze politiche italiane. Del resto, abbiamo la controprova che proprio il trasformismo è diventato l’elemento decisivo che giustifica le piroette, i cambiamenti, le capriole improvvise e la smentita più radicale di tutto ciò che, nel caso specifico, si era detto e giurato e solennemente proclamato sino a pochi giorni prima.
È per questo semplice motivo che la politica delle alleanze, per dirla con i grandi statisti del pensiero cattolico democratico, merita di non essere scambiata e contrabbandata come una semplice variante del tatticismo e posizionamento quotidiano. Costruire le alleanze è un’altra cosa. Almeno per quei politici, per quei partiti e per quelle comunità politiche che non si fanno incantare dalle sirene di una maldestra modernità e del tutto effimere.
L’HUFFPOST
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