Coronavirus, Galli: «Pochi casi da ricovero, nulla di paragonabile rispetto alla prima ondata»
Cosa ci si aspetta al rientro dalle vacanze?
«Discoteche a parte, occorre davvero decidere che cosa si può riaprire e come, scuole comprese. La raccomandazione è quella della “cautela” sia per la popolazione, che dovrebbe osservare sempre le normali norme igieniche di prevenzione, sia per i politici che devono prendere decisioni. L’alternativa è fra un eccesso di chiusure, che comprometterebbe la ripresa del Paese, e un eccesso di aperture che potrebbe risolversi con il famoso “passo del gambero”, il rischio di tornare indietro. Comunque sono i politici, alla fine, a dover dare indicazioni».
Una domanda per il professor Galli ricercatore. Che cosa ci offre di nuovo la ricerca scientifica per combattere il nuovo Sars-CoV-2? E come il suo gruppo ha contribuito?
«A oggi abbiamo pubblicato oltre venti lavori. Uno dei più significativi descrive bene i sintomi da Covid, un altro le sequenze genetiche del virus. Abbiamo, cioè, dimostrato che in Italia esiste un ceppo di virus dominante e una sua variante. (Sono indicazioni che si inseriscono nella discussione sulla possibilità che il virus abbia “perso forza” come sembrano indicare piccoli studi pubblicati nei giorni scorsi, ndr). Un altro ancora evidenzia la relazione fra l’infezione da Sars-CoV-2 e certe vaccinazioni, come quella anti-Pneumococco».
Ci parli più in dettaglio di quest’ultima.
«È uno studio pubblicato sulla rivista Vaccine da
cui emerge un dato importante: si infetta di più con il Sars-CoV-2 chi
non è vaccinato contro il virus dell’influenza o lo Pneumococco
(batterio che causa polmoniti, ndr).
Viceversa sembrano più protetti i vaccinati. È vero che chi si vaccina,
in genere è più attento alla salute e anche alle regole di prevenzione
contro il Covid, ma l’osservazione è interessante».
Il messaggio da comunicare al pubblico, dunque, è…
«Vaccinarsi il prima possibile,
in autunno, contro l’influenza e le infezioni da Pneumococco. Comunque
con questo virus siamo destinati a convivere e dobbiamo fare del nostro
meglio per star fuori dai guai (leggi: mascherine, distanziamento,
igiene, eccetera, ndr)».
Una domanda sulle terapie. Che cosa ci dice la letteratura scientifica più aggiornata?
«All’inizio della pandemia abbiamo provato di tutto. Oggi l’unico farmaco antivirale che sembra funzionare nelle polmoniti è il Remdesivir (approvato dall’Fda). Anche i cortisonici hanno un certo effetto. Tutto il resto va verificato. Anche i vaccini, su cui sono ottimista».
Dove ha trascorso le sue vacanze?
«Sul Lago Maggiore, a un’ora e mezza dall’ingresso del mio ospedale. Adesso sto rientrando (ieri per chi legge, ndr) e domani vado a “respirare” la situazione nel mio reparto. In questi giorni ho completato l’ultimo lavoro scientifico. E quando voglio prendermi un momento di pausa mi dedico alla scrittura di un romanzo di fantascienza. Non ho pensato a un instant book sul coronavirus, che mi hanno chiesto, e nemmeno mi lascio attrarre dalle sirene della politica».
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