Il fascino indiscreto (e il prestigio) dei despoti

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di   Angelo Panebianco |

Nel suo discorso alla convenzione democratica Joe Biden ha detto che se verrà eletto non ci saranno più coccole ai dittatori né si permetterà loro di interferire nelle campagne elettorali americane. Nella promessa di Biden, gli Stati Uniti torneranno a distinguere nettamente fra democrazie e dittature. Dopo il ciclone Trump e gli sconvolgimenti che egli ha provocato nella politica estera americana, un’eventuale Amministrazione Biden significherebbe per molti versi, e pur tenuto conto delle mutate circostanze, un ritorno all’antico. Quali che possano essere le concessioni di Biden alla sinistra del Partito democratico in certe scelte di politica interna, in materia fiscale e di welfare,la sua politica estera promette il recupero dei legami(quasi spezzati da Trump)con gli antichi alleati europei e asiatici e il contrasto agli appetiti neo-imperiali di Russia e Cina, potenze che in questi anni hanno ottenuto,nei vari scacchieri, molti vantaggi.

Se Biden verrà eletto sarà interessante osservare le ricadute sugli atteggiamenti di certi settori dell’opinione pubblica europea: subiranno ancora quei settori,come è accaduto negli ultimi anni, il fascino delle potenze autoritarie? La perdita di prestigio degli Stati Uniti nel mondo,e anche in Europa,in coincidenza con la percezione di una sua diminuita potenza, comincia ad essere segnalata dalle rilevazioni demoscopiche fin dal 2012/2013.

Inoltre, soprattutto negli ultimi anni, risulta assai accresciuto in vari Paesi europei il prestigio delle potenze autoritarie. Hanno concorso a questo risultato il nazionalismo di Trump, i successi economici cinesi e anche la comprovata capacità della Russia di sfruttare le opportunità offerte dalla società aperta occidentale per manipolarne le opinioni.

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