Basta promesse
La leggenda del pifferaio magico, citata spesso a vanvera, trova ormai applicazione quotidiana: quasi senza accorgersene, i cinque stelle si ritrovano issati sul patibolo da loro eretto per rinfocolare, sul collo degli avversari, la sete di vendetta di chi è all’inesausta ricerca di un colpevole, fosse pure il colpevole di un terremoto. Poi, naturalmente, il lassismo c’è, i ritardi ci sono ed evidenti, c’è anche qualche ruberia (poche, veramente), ma una politica seria, di opposizione o di governo, alla ricerca di un senso e non di un consenso, peraltro effimero, dovrebbe dire le cose come stanno: che ricostruire, ad Amatrice come all’Aquila, sarà un lavoro molto lungo, ricostruire tutto sarà impossibile, che i terremoti continueranno a colpirci perché l’Italia è quasi per intero zona sismica, che mettere in sicurezza anche soltanto l’Appennino, coi suoi mille e mille borghi medievali, sarà impresa titanica e infinita, e magari irrealizzabile, che il cilindro del mago è vuoto e lo è sempre stato, che in democrazia la politica può fare un po’ peggio o un po’ meglio ma non esistono, se non nelle favolette, governi di tenebra e opposizioni luminose. Tutto il resto è populismo, e viene da lontano.
Ps. Ogni popolo ha il populismo che si merita.
L’HUFFPOST
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