Rientro a scuola, in classe senza mascherina. E per i prof quella trasparente
I dubbi sui più grandi
Alla vigilia della ripresa – le scuole riaprono domani con i consigli di istituto e i corsi di recupero – resta molta apprensione sopratutto per gli studenti più grandi, quelli delle scuole superiori: non perché si possano contagiare a scuola se le regole saranno rispettate, ma per i contatti che possono avere nel pomeriggio, con le altre attività, tra sport, svago e lezioni varie. Il Cts ha bocciato l’ipotesi di tamponi a tappeto: ci sono problemi di numeri – nelle sole superiori ci sono 2.5 milioni di studenti – e di responsabilità: ci vorrebbe il consenso dei genitori visto che sono minorenni. Il presidente dei presidi (Anp) Antonello Giannelli ai genitori vorrebbe almeno chiedere l’autocertificazione, in cui si dichiara che il figlio non ha avuto contatti con contagiati e non è in quarantena. La federazione degli infermieri lancia l’idea di mandare nelle scuole almeno 8000 infermieri.
«I lavoratori fragili»
Quello che invece preoccupa non solo i presidi è la questione dei «lavoratori fragili»: in Veneto sono già arrivate centinaia di domande di docenti e personale Ata che chiedono l’esonero dalle lezioni in presenza a causa di malattie e età avanzata (quasi la metà dei docenti ha più di 55 anni). In Toscana le domande sono un migliaio. Il ministero dell’Istruzione, quello della Salute e quello della Pubblica Amministrazione stanno preparando una circolare con regole stringenti nel definire chi può richiedere l’esonero, per evitare dubbi o anche abusi. A decidere sarà comunque il medico della Asl o il servizio dell’Inail. Oltre all’esonero è possibile che i docenti e il personale ausiliario siano utilizzati per servizi non a contatto con i ragazzi.
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