Recovery fund, conti pubblici, voto regionale e referendum: i 50 giorni terribili del governo Conte

di Marco Rogari

Raggiunto lo storico accordo sul Recovery Fund

Il calendario

Non ci sono solo la riapertura delle scuole e l’election day del 20-21 settembre, con l’esito del referendum sulla riduzione dei parlamentari, lungo il cammino che dovrà affrontare il governo nei prossimi 50 giorni. La fitta agenda di scadenze di finanza pubblica e di appuntamenti parlamentari in agenda potrebbe favorire più di un incrocio pericoloso per il “Conte 2” e la sua maggioranza, e, forse, creare i presupposti per un ingorgo nell’attività delle Camere. Di qui al 20 ottobre il governo è chiamato a chiudere la partita sul decreto semplificazioni e sulla manovrina estiva (Dl Agosto), a predisporre la Nota di aggiornamento al Def (NaDef), a definire il Recovery fund, recependo anche le indicazioni del Parlamento, degli enti territoriali e delle associazioni di categoria, e a mettere nero su bianco la prossima legge di bilancio.

I dossier sul tavolo

Un numero elevato di dossier che corrono il serio rischio di sovrapporsi visti i tempi stretti a disposizione e che dovranno fare i conti con l’incognita del Fondo salva-Stati. Il fantasma del Mes aleggia da settimane sullo sfondo delle decisioni via via prese da Palazzo Chigi e sarà una sorta di convitato di pietra al tavolo dove verrà definita la NaDef, che certificherà lo stato di salute del Paese dopo lunghi mesi di crisi. E che, sulla base delle nuove stime di crescita, deficit e debito, traccerà le coordinate su cui dovrà navigare la manovra autunnale.Leggi anche

Primo incrocio il 1° settembre

Un primo incrocio si profila già martedì 1° settembre: in Aula al Senato è previsto l’approdo del decreto Semplificazioni (da convertire in legge entro il 14 dello stesso mese) che, alla luce dei nodi ancora da sciogliere in commissione, potrebbe slittare al giorno successivo; contemporaneamente i due rami del Parlamento daranno il via, con il lavoro congiunto delle commissioni Bilancio e Politiche della Ue, all’atteso ciclo di audizioni sull’individuazione delle priorità del Recovery fund.

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