Venezia 77 riaccende il cinema: autori e storie per rivedere il mondo

dalla nostra inviata ARIANNA FINOS

Venezia 77, la Mostra che s’apre il 2 settembre, è per certi versi molto più organizzata del solito e molto più in alto mare. Il nuovo assetto e le misure sanitarie sono imponenti e imposte dai numeri del Covid. Tra gli accreditati in partenza c’è un po’ di incertezza. Si è buttato, tutti, il cuore oltre l’ostacolo e ora è il tempo di fare le valigie, riempiendole di mascherine, gel e guanti. Roberto Cicutto e Alberto Barbera, il presidente e il direttore, dicono che quest’edizione è all’insegna del coraggio e della ripartenza. Perciò bisogna fare di tutto perché questo momento cui guarda il mondo del cinema non sia una (ri)partenza falsa. Anche perché gli esercenti – rinfrancati dalla tenuta di Tenet – aspettano i nuovi titoli, specie degli autori italiani che copiosi arrivano al Lido, in concorso o sparsi in altre sezioni.

Sui social traspare un po’ di nervosismo: qualche fotografo s’allarma per quella sorta di muro issato davanti alla passerella, Barbera spiega che quella struttura serve per permettere ai fotografi di lavorare in sicurezza. Il pubblico quest’anno dietro le transenne non pervenuto, a evitare la quintessenza dell’assembramento, ma in sala ci sarà. Per gli accreditati e gli ospiti l’idea di lavorare e muoversi tutto il giorno con la mascherina, richiesta non solo in sala ma anche in fila e in tutte le zone all’aperto nel recinto della Mostra, cui si accede da nove varchi. La prenotazione virtuale dei posti è ufficialmente cominciata: gli occhi sono tutti per Lacci, il film di apertura di Daniele Luchetti – tratto dal romanzo di Domenico Starnone e scritto con lui – che porta una schiera di attori italiani amati: Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini.

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