Si va a scuola con i bus quasi pieni
E’ lo stesso De Luca che polemicamente mette in fila i nodi ancora aperti: “Test sul personale scolastico, misurazione della temperatura degli alunni, aule e personale docente”. Anche per affrontare la riapertura delle aule, considerato un veicolo non indifferente di diffusione del contagio, il governo ha chiesto al professor Andrea Crisanti di condividere un piano di potenziamento dei tamponi su scala nazionale, dai 90 mila attuali, cifra massima raggiungibili, a più di 300 mila. “Tutto è nato da un colloquio informale con il ministro D’Incà e il sottosegretario Sileri – ha spiegato il virologo al Corriere veneto – che mi hanno chiesto cosa fare per affrontare la nuova ondata”. Il piano avrebbe un costo di 40 milioni di euro per l’avvio, oltre a circa 1,5 milioni giornalieri per la gestione. “Ma attenzione, non si possono tamponare 8 milioni di ragazzi”, sottolinea il collega Fabrizio Pregliasco. Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale, lancia l’allarme: “Se non si adottano le adeguate misure preventive rischiamo una seconda ondata a dicembre”.
E’ Speranza a essere tra i più prudenti e preoccupati. Il caos che potrebbe generarsi da una gestione errata della partita, oltre ad avere serie ripercussioni sul governo, potrebbe portare a una situazione nuovamente critica di diffusione del Covid-19. Anche per questo in mattinata ha siglato alla presenza del direttore dell’Oms Europa Hans Kluge un protocollo d’intesa insieme ad altri 53 paesi sulla riapertura degli anni scolastici. E ha messo le mani avanti: “E’ realistico pianificare e preparare la disponibilità dell’apprendimento online per integrare l’apprendimento”, avvertendo che potrebbero essere necessarie “durante le chiusure temporanee e la quarantena episodica”. Una fonte di governo spiega ad Huffpost che ”è normale prepararsi all’eventualità che alcune chiusure, limitate per estensione di territorio e di tempo, ci potrebbero essere nel corso del prossimo anno. Lavoriamo perché così non sia, ma sarebbe da irresponsabili non prepararsi all’eventualità”. La Azzolina ha inviato una lettera “motivazionale” a tutto il personale scolastico: “Oggi abbiamo regole chiare, tra le più rigorose in Europa. So che c’è preoccupazione, è comprensibile. Ci darà sostegno la garanzia del gran lavoro fatto”, ha spiegato la ministra, sottolineando che nessuno in Europa si è impegnato così tanto nei mesi estivi per preparare la scuola a questa nuova stagione”.
Mentre è ancora in corso sulle mascherine è ancora in atto una discussione animata su come e quando indossarle, e sui test sierologici per i docenti la quadra è lontanissima, a Verbania si registra il primo episodio di scuola chiusa per virus: un insegnante positivo, sei studenti in isolamento, attività didattica sospesa. La moltiplicazione in scala nazionale di simili episodi è l’eventualità che non fa dormire sonni tranquilli a nessuno nel governo. “La riapertura in sicurezza è la nostra priorità”, ha affermato Giuseppe Conte. Al momento, più che una certezza, una speranza.
L’HUFFPOST
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