Decreto Covid, 50 deputati M5S contro la proroga dei servizi segreti. Il governo pone la fiducia: è bagarre
Fino a qualche minuto prima dell’inizio della seduta a Montecitorio i vertici del M5S hanno cercato di convincere Federica Dieni a ritirare quell’emendamento che aveva le sembianze di «un siluro» a Giuseppe Conte. Ma la deputata avvocato di Reggio Calabria non ne ha voluto sapere. «Non esiste. Io vado avanti. Il mio non è un attacco al presidente del Consiglio, ma quella modifica va fatta con una legge ordinaria e dopo un lungo confronto», avrebbe sbottato nel corso di una riunione che si è tenuta a Montecitorio.
Quell’emendamento soppressivo, a prima firma Dieni cui poi in calce si erano accodati una cinquantina di pentastellati – fra cui pezzi da novanta come Emilio Carelli, Marta Grande, Luigi Iovine, Francesco Silvestri, Vittoria Baldino – risultava essere esplosivo perché cancellava la modifica alla legge sui servizi del 2007, introdotta nel decreto emergenza del 31 luglio, laddove prevedeva nel comma 6 dell’articolo una proroga di altri quattro anni dei vertici di Dis, Aisi, Aise.
Una modifica che oltre ad agitare l’opposizione aveva creato malcontento e dissenso dentro la galassia pentastellata. Così quando ieri il provvedimento è giunto in aula a Montecitorio ed è stata fissato il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti, Dieni assieme ad un drappello significativo di deputati del Movimento e rappresentativo di tutte le anime, deposita una modifica che di fatto cancella con un tratto di penna la norma sui Servizi. E anche se fin dall’inizio la deputata Dieni ha sottolineato che non era un emendamento contro Conte, nel palazzo in molti hanno parlato di “una imboscata”.
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