Elezioni, Maroni: «Se vinciamo le Regionali si va al voto in primavera. Quando Salvini mi salvò dal cerchio magico di Bossi»
«E allora? Si parte?». Bastano pochi minuti sotto al «Garibaldino», in piazza del Podestà nel cuore di Varese, per misurare quanto la notizia in città abbia colpito e quanta aspettativa abbia creato nei tanti che lo fermano per la strada: Roberto Maroni potrebbe essere il candidato sindaco della Lega per le amministrative 2021.
E allora? Si parte?
«Certo. Perché io voglio che Varese torni a guida leghista. Non del centrodestra, leghista proprio. E non sottovaluto il sindaco Galimberti. Ma devo dire che mi ha fatto molto piacere il fatto che Salvini lunedì a Saronno abbia detto che il sindaco qui lo deciderà la sezione. È un ritorno alla vecchia Lega, quella in cui i militanti contavano. Erano loro a decidere, non la segreteria federale».
Bossi decideva eccome…
«Il
primo sindaco leghista di Varese, Raimondo Fassa, lo decidemmo io e la
sezione della Lega. Concludemmo anche un accordo con il Pd attraverso
Daniele Marantelli. Bossi fu informato soltanto a cose fatte».
Scusi, Matteo Salvini non le ha chiesto la disponibilità?
«Io
gli ho dato la mia disponibilità se non si troverà qualcuno di giovane e
capace. E secondo me, qualcuno si può trovare. A Varese è nata la Lega e
da Varese potrà ripartire la battaglia per il Nord, l’autonomia e il
federalismo nata con Umberto Bossi».
Con Bossi però, nel 2012 lo scontro fu durissimo.
«Ma
non con Bossi. Era con il cerchio magico. Io a lui voglio bene, tutto
quello che ho fatto è stato grazie a lui, al suo genio e alla sua
amicizia. Gli vorrò bene per sempre. Un leader politico deve avere la
capacità di ascoltare anche chi lo critica. E lui, fino alla malattia,
questa capacità l’ha sempre avuta».
Anche con Salvini c’era un gran rapporto. Poi si è appannato. O è un’impressione?
«Fu
proprio Salvini a prendere le mie difese quando il cerchio magico cercò
di buttarmi fuori, fu lui a preparare le contromosse. Senza Matteo, non
so davvero come sarebbe andata. Anche per questo io ho sostenuto con
forza la sua candidatura alla guida della Lega. Lui, poi, si è
dimostrato assolutamente attivo ed efficace, ha scalato vette che io e
Bossi vedevamo solo da lontano. Chiaro che nella sua posizione di oggi,
lui sia non facile da raggiungere e dialogarci. E dunque, tutto bene».
Cosa immagina per il dopo regionali e referendum?
«Due scenari. Uno molto favorevole alla maggioranza e uno tutto il contrario».
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