Vaccino anti influenza, farmacie senza dosi. I medici di base: “Siamo già in ritardo”

di VERONICA PASSERI

“Dottore ma quando arriva il vaccino anti-influenzale?“. A chiederlo al medico di famiglia adesso sono persone che “prima dovevamo inseguire per farselo” o quelli che, non rientrando nelle categorie più fragili o nei malati cronici, di solito non se lo facevano. Gente che ora, in tempi di Covid-19, vorrebbe farselo – perché, come spiegano gli specialisti, farsi un vaccino significa attivare il sistema immunitario e difendersi meglio da tutte le infezioni, Covid compreso – ma il rischio è che le dosi non ci siano per tutti. Saranno 18 milioni le dosi che andranno al Servizio sanitario nazionale, 6 milioni in più rispetto allo scorso anno, ma i farmacisti rischiano di restare senza approvvigionamenti: manca un milione e mezzo di vaccini da distribuire in farmacia. E, all’incirca, si aprirà tra un mese e mezzo la campagna vaccinale anti-influenzale con un vaccino gratis e caldamente raccomandato agli over 60 anni e ai bambini fino ai 6 anni di età oltre che alle persone ‘fragili’.

“Il vaccino rischia di diventare quello che sono state le mascherine e i guanti” a inizio epidemia, spiega senza mezzi termini Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione medici di famiglia. “Sono stato il primo a dirlo. Era il 5 aprile e ho sollecitato tutte le Regioni a fare le gare per aggiudicarsi le dosi di vaccino, alcune si sono messe avanti, come ad esempio Lazio, Campania e Puglia, altre sono rimaste indietro, come la Lombardia che ha provveduto solo a giugno, e altre ancora forse dovranno essere coperte dalle eccedenze delle altre Regioni. È importante avere un monitoraggio per sapere quante sono le quote vaccinali che arrivano nel paese, il numero di dosi vaccinali”.

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