Quattro regioni già decise e due in bilico. Il No per ora indietro, ma è raddoppiato

di ANTONIO NOTO*

Le intenzioni di voto nel sondaggio Noto

Se fossero previsioni del tempo si utilizzerebbe la dicitura “situazione in evoluzione”, ma si tratta di intenzioni di voto e quindi la materia va trattata diversamente. Tra 24 ore la legge impone il divieto di divulgazione dei sondaggi e il valore di queste ricerche è più nell’analisi del trend che non nella previsione a 15 giorni. Infatti per comprendere le possibilità di vittoria di un candidato è indispensabile seguire l’andamento del consenso e non basarsi unicamente su una fotografia scattata due settimane prima delle urne. Comunque, sia le intenzioni di voto delle elezioni regionali che del referendum ci restituiscono uno scenario abbastanza consolidato, anche se con poche ma importanti incertezze.

Andiamo con ordine. Per quanto riguarda il referendum al momento i Sì si posizionano tra il 65-70% e i No tra il 30-35%. Tenendo presente che a inizio agosto la situazione era completamente diversa, cioè si registrava un rapporto 80 contro 20, è evidente che la campagna per il No, con la presa di posizione di alcuni importanti leader politici, stia producendo qualche effetto, però sembra ancora lontano il traguardo che potrebbe portare alla vittoria di quelli che si battono per bocciare la riforma. È da notare che un possibile elettore su tre è indeciso su cosa votare, quindi per quanto si conferma la prevalenza dei Sì, bisognerà capire se il 21 settembre ci sarà qualche sorpresa.

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