Usa, vaccino pronto entro fine ottobre: speranza concreta o mossa politica?

di Massimo Gaggi

NEW YORK – Progressi della sperimentazione che consentono di accorciare i tempi e di distribuire un vaccino efficace prima del previsto? O una mossa politica per convincere gli americani, alla vigilia del voto, che la guerra al coronavirus è ormai vinta? Sarà questa la october surprise delle elezioni 2020? La lettera (del 27 agosto, ma divenuta di pubblico dominio solo ieri) con la quale la CDC (Disease Control and Prevention) di Atlanta, l’agenzia federale per la tutela della salute, ha chiesto agli uffici per la sanità pubblica di tutti gli Stati e le città Usa di prepararsi a ricevere, conservare e distribuire vaccini già alla fine di ottobre, sta suscitando speranze e sospetti. Anche perché è corredata da un invito a tutti gli enti a essere pienamente operativi entro il primo novembre: cioè due giorni prima del voto per la Casa Bianca

A metà luglio tre dei sei vaccini approvati dal progetto (Operation Warp Speed) lanciato dal governo per accelerare la ricerca di cure per il coronavirus sono entrati nella terza e ultima fase di sperimentazione. Una fase che non dovrebbe concludersi prima della fine di dicembre: sono queste le indicazioni fin qui fornite da quasi tutti gli esperti. Ma ora Anthony Fauci, il virologo della Casa Bianca spesso in conflitto con Trump, dice che, se i test procederanno in modo molto positivo, l’authority da lui presieduta può autorizzare la conclusione anticipata della sperimentazione. Nell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive c’è, infatti, un comitato scientifico che può legalmente prendere questa decisione se convinto che un vaccino è efficace e sicuro.

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