“Un pericolo e una vergogna”: scontro sul caso dei boss scarcerati. Bonafede: “Avviato monitoraggio”



Sulla questione si è espresso anche Maurizio Gasparri: “Bonafede è un presunto ministro che sta coprendo il Paese di vergogna. Ha finto di varare un decreto per ripristinare una situazione che aveva devastato. Ma invece gli effetti sono stati molto limitati. Bonafede è un irresponsabile. I grillini hanno aiutato i mafiosi”, ha dichiarato il senatore di Forza Italia. “Devono rispondere di questa colpa. Erano a parole i paladini della legalità, sono diventati i camerieri della criminalità. Bonafede, lo diciamo da tempo, deve essere cacciato e con lui tutto il governo. Conte, Bonafede, i grillini, ma con la complicità del Pd, di Renzi e di Leu, hanno favorito i boss delle cosche. Questo è un fatto gravissimo del quale dovranno rispondere davanti al Paese e alla giustizia. Vergogna”, conclude Gasparri.

“Metà dei boss scarcerati per il lockdown non sono mai rientrati in carcere nonostante un decreto stabilisse il contrario”, dichiara in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini. “E’ uno scandalo inaudito che offende e umilia le vittime della mafia. Implacabile nel chiudere in casa i cittadini e incredibilmente permissivo nei confronti di capi e manovali delle cosche. Basterebbe solo questo per certificare il fallimento del governo”.

Anche Paolo Mieli, dai microfoni di Radio24, affronta l’argomento: “Leggiamo su Repubblica che 112 boss mafiosi sono ancora ai domiciliari nonostante sarebbero dovuti già rientrare in carcere. Brutta rogna per ilgoverno, c’è stato un patteggiamento causa Covid19?”

I deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione giustizia rispondono alla questione con una nota: “I dati ci dicono che i decreti anti-mafia voluti dal ministro Bonafede hanno prodotto risultati importanti: grazie al suo intervento, i boss più pericolosi, tra quelli scarcerati per ragioni di salute in relazione all’emergenza sanitaria, sono tornati all’interno di strutture penitenziarie. A valutare le istanze dei detenuti sono i giudici, che prendono decisioni in completa autonomia. Grazie all’impegno di Bonafede, oramai da diversi mesi, i magistrati hanno la possibilità di rivedere in tempi brevi le decisioni prese, in considerazione del miglioramento della situazione sanitaria nazionale, e soprattutto possono contare sui pareri espressi dalla direzione distrettuale antimafia e su un maggiore coinvolgimento del Dap. Si tratta di misure efficaci, messe in campo tempestivamente, e che continueranno a portare i risultati sperati”.

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