Inizio scuola, dopo il primo caso di un positivo al Covid al via i test rapidi per tutti: il piano del governo

di Monica Guerzoni

Test rapidi nelle scuole, si accelera. La fase di monitoraggio è ancora in corso, ma i risultati sono incoraggianti ed entro la fine del mese il ministero della Salute dovrebbe dare il via libera su scala nazionale. «Procediamo con giudizio e gradualità», ripete in queste ore Roberto Speranza, che oggi si confronterà con alcuni ministri Ue della Salute sull’efficacia dei test diagnostici rapidi.

La sperimentazione

In Italia la sperimentazione di questa tipologia di tamponi, che rileva la presenza del virus attraverso le proteine virali (antigene), è partita da due settimane nei porti e negli aeroporti. I risultati sono buoni e al Ministero c’è soddisfazione, perché i test rapidi, che non richiedono apparecchiature di laboratorio, possono rivelarsi uno strumento prezioso per la ripartenza in sicurezza del sistema scolastico. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ritiene importante la rapidità della risposta ai test. E anche Speranza è favorevole. «Sono un pezzo della nostra strategia per l’autunno» ripete il ministro nelle riunioni riservate, in cui raccomanda cautela in attesa che i dati del monitoraggio si consolidino.

Lo screening

Lo screening di docenti, personale e studenti sarebbe molto più veloce e, in caso di un alunno o docente positivo, si eviterebbe di paralizzare un’intera classe e condizionare il lavoro di tanti genitori: il tampone tradizionale verrebbe fatto solo in caso di test rapido positivo. Il tema delicato è l’attendibilità rispetto al tampone nasofaringeo che rileva l’Rna del virus, perché la sensibilità dei test rapidi, che possono fornire una risposta in meno di mezz’ora, è intorno all’85%. O meglio, questo era il dato quando la sperimentazione è partita.

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