Vino, vendemmia 2020 vista in lieve calo ma l’Italia manterrà il primato mondiale
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Altro che aceto: così il vino invenduto diventa disinfettante
dal nostro inviato Ettore Livini Dal punto di vista della qualità delle uve si parla di “buona se non ottima e in alcuni casi eccellente, per un’annata che si preannuncia interessante”.
Secondo il dossier redatto dal gruppo di lavoro congiunto, a una qualità alta e a una quantità leggermente inferiore alla media dell’ultimo quinquennio (-4%) fa da contraltare la particolare situazione economica internazionale, che registra una notevole riduzione degli scambi globali di vino (-11% a valore e -6% a volume nel primo semestre sul pari periodo 2019) e una contrazione, la prima dopo 20 anni di crescita, delle esportazioni del vino made in Italy (-4% nei primi 5 mesi), sebbene inferiore a quella dei principali competitor”.
Coldiretti: “Export, primo calo in trent’anni. Regole più semplici per il lavoro occasionale”
Un allarme, quello sull’export, condivisa dalla Coldiretti che in mattinata aveva lanciato il suo allarme sull’inversione di tendenza per le vendite di vino italiano all’estero: “Le vendite di vino italiano nel mondo sono in calo del 4% nel 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus”, dice un’analisi dell’associazione presentata in occasione del Cibus Forum. Gli effetti della pandemia si fanno dunque sentire dopo il record storico di 6,4 miliardi registrati lo scorso anno per l’export Made in Italy.
Oltre all’aspetto sanitario, preoccupano ancora gli effetti possibili della Brexit, visto che la Gran Bretagna ” è stata per lungo tempo il principale cliente del prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo”. Se in Cina si sono fatti sentire per primi gli effetti del virus, anche per il calendario della sua diffusione, con un crollo dei consumi tricolori del 44% tra gennaio e maggio, nel Regno Unito si è vista una diminuzione del 12%, in Francia del 14% e in Germania e Stati Uniti una miglior tenuta con -1%.
Sulla vendemmia, che è attesa di buona qualità, per l’associazione pendono altre problematiche. Le restrizioni agli spostamenti hanno rallentato il transito dei lavoratori agricoli stranieri e la Coldiretti invita ad “estendere a tutte le Regioni i tamponi all’arrivo in Italia anche ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero come è già stato fatto in Trentino Alto Adige che ha dato il via libera ai test sui collaboratori agricoli giunti da altre parti del mondo che potranno così partecipare da subito alle attività di raccolta”. In aggiunta, si chiede una semplificazione nell’uso dei voucher che potrebbe rendere disponibile “almeno 25 mila posti di lavoro occasionali”. Serve, per la Coldiretti, una “radicale semplificazione del voucher “agricolo” che era stato introdotto per la prima volta in Italia proprio per la vendemmia e poi successivamente ingiustamente abrogato”. Per il presidente, Ettore Prandiniì, “bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che da una parte sia agile e flessibile rispondendo ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa per in cittadini in questo periodo di crisi”.
Sul punto, sollevato anche durante la presentazione delle stime sulla vendemmia, il ministro Teresa Bellanova ha spiegato di aver posto il tema delle semplificazioni alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, con due lettere di maggio e agosto. “C’è tutta la mia disponibilità, per le mie competenze di ministro dell’Agricoltura, a collaborare per individuare una soluzione”. Sulla possibilità di impiegare i percettori di Reddito di cittadinanza in agricoltura, Bellanova ha spiegato che serve un coordinamento tra Anpal e ministero perché si incrocino la domanda e l’offerta di lavoro e si è detta favorevole a prospettare la decadenza dal Rdc per coloro che rifiutassero adeguate proposte di occupazione nel settore, qualora percettori del sussidio.
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