Salvini non sta Serenissimo
Percentuali elettorali che sfondano la barriera del 70% in Europa non esistono. O quasi. C’è qualche eccezione a Est, in alcuni paesi la cui transizione democratica non è ancora pienamente compiuta e in alcune congiunture particolari. Le si possono riscontrare in casi straordinari, come è stato in Francia il fronte che si è costituito al secondo turno delle presidenziali per arginare il Front National e Marine Le Pen. E, a dar retta ai sondaggi, in Veneto. Per citare quello di Noto, Luca Zaia è dato tra il 71% e il 75%.
“Che esista un’eccezione veneta in Italia lo sanno anche i sassi”. Paolo Feltrin, politologo e sociologo, già professore di Scienza dell’amministrazione a Trieste non si stupisce. “D’altronde il Veneto è stata una Regione da sempre del centrodestra – prosegue – basti pensare al 2010, quando arrivò comunque a un considerevole 61%”. Ma nell’eccezione veneta spicca un’altra eccezione, quella di Zaia. Una rilevazione pubblicata oggi dal Gazzettino dà la lista che porta il suo nome a un incredibile 44%, mentre la casa madre, la Lega, è inchiodata al 14%. Winpoll per il Sole24ore ridimensiona l’affare, ma le posizioni non cambiano: lista del presidente al 33,6%, quasi sette punti sopra le camicie verdi, inchiodate al 26,8%.
Forse ne era a conoscenza dal giorno prima Matteo Salvini, quando ha alzato il telefono e ha chiamato il suo luogotenente sul territorio, Lorenzo Fontana. Da quella telefonata è partito un dispaccio, come raccontato dal Foglio, a tutte le sedi locali del Carroccio: “Si ribadisce che tutte le sezioni devono fare campagna elettorale solo per la lista Lega”.
E’ una piccola storia all’interno di una storia grande, quella della rivendicazione dell’eccezionalismo veneto, della sua storia millenaria, della Liga prima federata e poi assorbita dalla Lega, di militanti che non ci sono mai stati e dell’abilità dell’uomo forte locale. “Se va a spulciare le liste, nonostante Zaia abbia assorbito parte di quel sentimento, troverà dei candidati autonomisti, insieme a quelli della sinistra e dei 5 stelle”, dice Feltrin. Ecco Antonio Guadagnini, con il Partito dei veneti, e l’appena più morbida Veneto per le autonomie di Simonetta Rubinato. Ma a “quel sentimento” viene data voce anche nella coalizione del centrodestra, dove trova posto la Lista Veneto autonomia.
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