Venezia, primo film italiano in gara. “Noi, fragili figli degli anni di piombo”

di GIOVANNI BOGANI

Il primo film italiano in concorso a Venezia, Padrenostro, interpretato e coprodotto da Pierfrancesco Favino, fa i conti con le pagine color rosso sangue della nostra storia, con gli anni di piombo che hanno straziato l’Italia degli anni ’70: il terrorismo. Ma lo racconta in modo diverso da tutti i film che lo hanno preceduto.

Padrenostro racconta la vicenda del questore Alfonso Noce, che scampò alla morte in un conflitto a fuoco con i Nuclei armati proletari, una delle formazioni terroristiche di quegli anni. Nell’agguato, Noce rimase ferito, e uno dei terroristi – Martino Zicchitella – perse la vita. Il film, però, si focalizza sui due figli, il figlio del questore e quello del terrorista, che si ritrovano a intrecciare i loro percorsi, e a vivere – da bambini quali erano – le ombre di quell’evento. È questo approccio intimo, emotivo più che politico, la vera novità del film, nelle sale dal 24 settembre, distribuito da Vision. Ne parlano Favino, che è anche coproduttore della pellicola, e il regista Claudio Noce, che è proprio uno di quei due bambini, il figlio del questore.

Favino, lo sa che il segretario leghista Matteo Salvini è arrivato a Venezia per vedere questo film?

“Non lo abbiamo invitato noi, ma ciascuno è libero di andare alle proiezioni. E conoscendo il suo istinto per essere presentento nelle situazioni importanti, questo non può che farci piacere. Quanto alla possibilità di manipolare, di strumentalizzare il film, credo che questa possibilità non ci sia. Questo non è un film pro poliziotti o pro terroristi: questa è una storia di bambini e di figli”.

“Nessuna manipolazione politica – risponderà in serata a distanza Salvini – sono qui per la mia fidanzata Francesca, mi aspetto di divertirmi, a me Favino come attore piace molto”.

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