L’ultimo delirio di un quaquaraquà

I grandi nomi anziché elevare abbassano chi non li sa portare, e di solito questo succede agli eredi. Carlo De Benedetti è uno dei rari capostipiti non all’altezza della fama che si è conquistato in modo assai disinvolto. Non ricordo più chi disse: «Crescendo si impara, invecchiando si dimentica». Ecco, De Benedetti è uno invecchiato male che ha dimenticato – o meglio rimosso – gli imbrogli (ingegnere, dieci miliardi di lire in tangenti sono un imbroglio) di cui è stato artefice. Al punto da ergersi a giudice, sbagliando tempi e modi, della moralità altrui. De Benedetti si sente un uomo perfetto. Non ne dubitiamo, anzi ne siamo convinti perché ci riconosciamo nel motto che recita: «Solo grandi uomini possono avere grandi difetti». Perfetti si sentono solo gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà.

IL GIORNALE

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