Non esiste più la civiltà del dibattito
di Pierluigi Battista
La buona notizia dalla Francia è che c’è un presidente come Macron il quale, quando si apre il processo agli islamisti che hanno fatto strage dei vignettisti diCharlie Hebdo,
difende strenuamente la libertà d’espressione e persino, e qui ci vuole
davvero coraggio intellettuale e adesione convinta ai valori della
democrazia liberale, «la libertà di blasfemia». La pessima notizia è che
chiude Le Débat, la bellissima
rivista fondata nel 1980 per impulso soprattutto di Pierre Nora e che ha
rivendicato tra i suoi compiti fondamentali quello di «difendere uno
spazio di discussione pubblica». Chiude questa rivista perché lo «spazio
di discussione pubblica» sta morendo per asfissia, perché si sta
definitivamente spegnendo la civiltà del dibattito. Il fecondo conflitto
delle idee si sta estinguendo perché è la stessa diversità delle idee,
alimento e carburante delle società libere, a essere considerata un
disvalore, perché non si riesce più a reggere la differenza d’opinioni,
la lotta civile e leale tra tesi contrastanti, la battaglia condotta con
la forza degli argomenti. Oggi, al posto del dibattito, dello «spazio
di discussione pubblica»,
c’è l’apologia del bavaglio, la cultura
del sospetto, il processo alle intenzioni, l’iper-semplificazone
demonizzante, la caricaturizzazione delle tesi diverse, la rozzezza
fanatica del «cancel culture».
Non è solo appannaggio dei più estremisti, è un morbo che ha conquistato anche le persone colte, che dovrebbero avere una certa familiarità con la civiltà del dibattito e invece si accodano all’andazzo aggressivo, brutale, all’impossibilità di discutere, alla mancanza di curiosità.
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