Willy Monteiro Duarte, un video incastra i fratelli Bianchi
Artena Colleferro si chiude in un giorno di lutto e il sindaco viene convocato a Roma dal prefetto Matteo Piantedosi per un vertice straordinario con le forze dell’ordine per analizzare quello che succede nelle campagne a mezz’ora dalla Capitale. Minacce di morte e di vendetta piovono a decine sui quattro accusati dell’omicidio preterintenzionale di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane ucciso in una rissa, sabato notte. Gabriele e Marco Bianchi, 26 e 24 anni, Francesco Belleggia, 23, e Mario Pincarelli, 22, saranno sentiti oggi negli interrogatori di garanzia a Rebibbia e sembrano pronti a scaricare gli uni sugli altri la responsabilità del calcio che ha colpito al volto l’aspirante cuoco intervenuto in difesa di un amico. Ma a chiarire la dinamica di quanto accaduto all’esterno del pub La Movida c’è anche un video ora all’esame dei carabinieri e della Procura di Velletri, che ha conferito al policlinico di Tor Vergata l’incarico dell’autopsia (comincia domani).
«Quella sera Gabriele e Marco sono venuti da me, al locale, erano inferociti con gli altri due, dicevano “Hanno fatto un casino…”. Non dico che non c’entrano niente ma io sono sicuro che i miei fratelli non hanno ucciso nessuno e la verità verrà fuori. Ci sono i testimoni», si sfoga in lacrime Alessandro, 33 anni, il maggiore dei quattro fratelli Bianchi. Sull’uscio del grande cancello in metallo della villa dei genitori in contrada Colubro, ai margini di Artena, si dispera per la sorte di Willy. E teme per la sua famiglia, tanto da chiudere in via precauzionale il suo risto-pub per qualche giorno: «Ci hanno dipinti come boss, hanno detto che è il covo degli assassini. Ma l’ho aperto con i miei sacrifici. Nostra madre lavorava nelle serre e mio padre nei campi. I guantoni ai miei fratelli li ho regalati io, gli ho trasmesso la passione per l’Mma ma anche il rispetto per l’avversario. Non avrebbero mai dato un calcio a un ragazzo a terra, indifeso. Sono allenati e sanno controllarsi».
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