Elezioni in Toscana: mai così incerta la corsa per la Regione. La sfida tra Giani e Ceccardi

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di ALESSANDRO DI MARIA

 Già, a Cascina, proprio dove, quattro anni fa, è cominciata la scalata della Lega (che all’epoca si chiamava ancora Lega Nord) che conquistò il primo comune in regione strappando alla sinistra un città-simbolo, Cascina, nel Pisano, eleggendo un sindaco del Carroccio dopo 70 anni di governi rossi. Cascina elesse quella Susanna Ceccardi (nel frattempo diventata prima consigliera per il programma di governo con Salvini ministro dell’Interno-vicepremier e poi europarlamentare) che oggi cerca di conquistare la Toscana. 

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Una Toscana però che negli ultimi anni ha visto passare a destra sei capoluoghi (Arezzo, Pisa, Siena, Grosseto, Pistoia e Massa) e che non è da tempo più il “fortino rosso”. La coalizione di centrosinistra si presenta all’appuntamento delle Regionali con un altro timore: quello del fuoco amico. Incassato il sostegno di Italia Viva di Matteo Renzi, nella coalizione per Giani (“Dalle elezioni regionali in Toscana, per come si sono sviluppate le cose nelle ultime settimane, passa il futuro del nostro Paese”, ha detto l’ex premier), a preoccupare potrebbe essere il bottino di consensi degli altri sfidanti a sinistra. Soprattutto del consigliere regionale uscente Tommaso Fattori, candidato di Toscana a Sinistra, il cui blocco di preferenze potrebbe fare la differenza nel caso di un duello all’ultima scheda tra Ceccardi e Giani. 

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E poi ci sono i Cinque Stelle, alleati di governo del Pd, la cui candidata, Irene Galletti, anche lei consigliere regionale uscente, secondo gli ultimi sondaggi è  intorno all’8,3 %. In corsa per la presidenza della Regione anche Marco Barzanti, consulente, che, dopo 30 anni ha riportato di nuovo il simbolo del Partito Comunista Italiano sulla scheda elettorale e Salvatore Catello, segretario regionale del Partito Comunista. Mentre il  Movimento 3V che sta per “Vaccini Vogliamo Verità” schiera l’avvocato Tiziana Vigni. In bilico, in attesa che si pronunci il Consiglio di Stato dopo un primo no del Tar, Roberto Salvini, candidato della lista Patto per la Toscana, escluso dalla Corte di Appello di Firenze che ha ritenuto ‘confondibile’ per gli elettori il simbolo presentato, invitando i promotori a modificarlo.

Al momento, dunque, sono sette i candidati ufficiali in corsa per la poltrona della Toscana. Con i favoriti Giani e Ceccardi che si giocano il tutto per tutto, sul territorio e in rete, al fianco dei leader  di partito: il segretario del Pd Zingaretti sarà in Toscana nei prossimi giorni a supporto di Giani, che il 10 settembre radunerà 180 sindaci per una mega foto di gruppo a San Gimignano. Da qui al 21 settembre, poi, i dem schiereranno 500 gazebo e apriranno le porte dei circoli in tutta la Regione. Mentre il capolista dem a Firenze, Iacopo Melio, chiede ai toscani di andare a votare. Dall’altra parte il leader della Lega, che ha un fitto programma di comizi e impegni di tre giorni a settimana, chiuderà la campagna elettorale a Firenze. 

Ma a pesare sull’esito di questa sfida, che si giocherà in 273 comuni, ci sono i temi: dalle sorti della nuova pista dell’aeroporto di Firenze al futuro ecologico con lo scontro tra Giani e Ceccardi sulla costruzione dei termovalorizzatori (la candidata leghista è a favore, quello del Pd ha invocato di recente la svolta green) fino alla crisi sanitaria ed economia provocata dall’emergenza covid che ha messo in stand by tanti settori dell’economia toscana facendo crollare il Pil regionale. Sul quadro economico  non mancano le nubi, l’ultimo studio regionale firmato dall’Irpet dice che ci vorranno 10 anni per tornare al Pil pre-crisi e il rischio è di trovarsi 150mila disoccupati alla fine del blocco dei licenziamenti.

L’emergenza del coronavirus rischia di avere anche un’altra conseguenza: tanti elettori, per la paura del contagio, potrebbero disertare i seggi e alimentare così il partito dell’astensionismo. Circostanza, quest’ultima, che se ci concretizzasse  –  a detta degli esperti – potrebbe favorire la destra. Per questo motivo il Pd toscano in queste settimane sta mobilitando i suoi 750 segretari di circolo per rassicurare soprattutto gli anziani: si stima, infatti, che l’elettorato dem in regione sia costituito per il 44% da over 55. In tutto circa 200 mila persone per altrettanti voti. 

Numeri questi che – al momento – rendono comunque improbabile l’ipotesi di un ballottaggio (previsto il 4 e 5 ottobre): la Toscana, infatti, è l’unica regione in Italia che prevede il doppio turno tra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti senza raggiungere il 40 per cento. Una soglia al di sopra della quale  secondo gli ultimi sondaggi (dati elaborati da Youtrend) si collocano sia Giani (43,7%) sia Ceccardi (41,5%).

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