La crisi di Londra: City svuotata come le miniere?
di Luigi Ippolito
Il panorama della City di Londra (Afp)
Londra si è spenta per sempre? Il timore è fondato: la City resta una città fantasma, gli uffici deserti, i caffè chiusi, poca gente in giro. Perché è successo qualcosa che nessuno aveva previsto: gli inglesi si sono rintanati in casa e non hanno nessuna voglia di venirne fuori. Le cifre parlano da sole: nel resto d’Europa fra il 70 e l’80 per cento dei lavoratori è tornato in ufficio, mentre in Gran Bretagna siamo sotto il 40 e a Londra non si arriva al 20. Il governo aveva programmato per questa settimana una campagna per incoraggiare la gente a tornare alla scrivania, ma ha dovuto abbandonarla quando ha capito che non c’era nulla da fare: e infatti qualche giorno fa è uscita sul Telegraph una vignetta che ritrae Boris Johnson impegnato a trascinare (inutilmente) un riottoso bulldog fuori dalla sua cuccia (sormontata dalla bandiera britannica). Una caricatura confermata dal recente sondaggio della Bbc, che ha scoperto che nessuna delle maggiori 50 aziende britanniche ha predisposto alcun piano per riportare i dipendenti in ufficio. A dare l’esempio, in teoria, dovrebbero essere gli statali, ma non ci pensano neppure: i ministeri hanno cominciato a pubblicare offerte di lavoro in cui si precisa che si tratta di starsene a casa davanti a un computer.
Non è in gioco solo la paura del Covid: soprattutto i londinesi, sono stati ben contenti di rinunciare a giornate che comportavano ore di viaggio schiacciati in metropolitana, pasti precari e costosi e stressanti interazioni con capi e colleghi. E infatti il traffico sui mezzi pubblici si è ridotto del 70 per cento.
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