Coronavirus, in Italia la pandemia rallenta lievemente. Ora occhi puntati sul ritorno a scuola
di MICHELE BOCCI
Rallenta l’aumento dei nuovi casi settimanali di infezioni da coronavirus in Italia. Tra il 2 e l’8 settembre le regioni hanno rilevato 9.925 nuove positività, contro le 9.023 del periodo dal 26 agosto al 1° settembre. Si tratta di un incremento del 10%, molto più contenuto di quelli osservati nelle settimane precedenti, quando sono stati rispettivamente del 38% (6.546 in assoluto) e del 92% (3.409). Il punto più basso dall’inizio della pandemia comunque è lontano. E’ stato toccato nei 7 giorni dal 24 al 30 giugno, quando i casi in Italia furono 1.362. E’ probabile che si stia iniziando ad esaurire l’effetto rientro dalle ferie e che quindi la circolazione del virus stia rallentando. Adesso i tecnici aspettano di capire quale impatto avrà l’apertura delle scuole il 14 settembre.
I casi nelle regioni
Riguardo alle singole regioni, alcune hanno visto un aumento importante. La Sicilia, ad esempio, in una settimana ha segnato un +93% dei nuovi casi, arrivando a 499. La Puglia con 563 ha visto un +56%, e la Liguria per arrivare a 445 è salita del 55,2%. Enorme l’incremento della provincia di Trento che però ha un assoluto più basso (+227%, 253 positività). Il Veneto con +30% arriva a 1.092 casi e il Friuli con +18% a 160. La Calabria cresce del 28% e arriva a 135. La Campania invece ferma la crescita toccando i 1.167 casi, appena 25 in più della settimana precedente. Anche il Lazio rallenta e grazie a una cinquantina di casi in meno arriva a 1.023. Praticamente identica, nelle due settimane la situazione della Lombardia, ha 1.768 casi contro i 1.772 della settimana scorsa. Il Piemonte scende a 412 da 483, e pure la salita della Sardegna sembra interrotta: è a 372 contro i 386 della settimana dal 26 agosto al 1° settembre. Discorso simile per la Toscana (da 645 a 660). L’Emilia scende da 929 a 834.
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