Omicidio Willy Monteiro, i testimoni: «Saltavano sul corpo inerme e Gabriele Bianchi continuava a picchiarlo»
di Fulvio Fiano, Fiorenza Sarzanini
Willy Monteiro Duarte «non c’entrava nulla con la rissa», ma «l’hanno massacrato a calci e pugni senza una plausibile ragione». La notte di domenica scorsa «voleva mettere pace tra due ragazzi che litigavano», ma «gli sono saltati sul corpo anche quando era a terra inerme». Aveva il corpo scosso dalle convulsioni, respirava a fatica. Una ragazza ha provato a rianimarlo. Per lui non c’è stato nulla da fare. L’ordinanza del giudice di Velletri che tiene in carcere i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, il loro amico Mario Pincarelli e manda ai domiciliari Francesco Belleggia, ricostruisce nei dettagli l’aggressione selvaggia al giovane di Colleferro. Descrive la furia del gruppo — tutti cultori di arti marziali — «che picchiavano tutti quelli che incontravano» e poi si sono accaniti su Willy. Svela che i «fratelli Bianchi» «stavano facendo sesso nel cimitero con alcune ragazze di cui non conoscevamo il nome, quando siamo stati chiamati».
Consegna la descrizione di notti folli trascorse a bere per strada, durante le quali basta un apprezzamento pesante a una ragazza per accendere gli animi e scatenare l’inferno. Sono i testimoni presenti in largo Santa Caterina a Colleferro a raccontare ogni passaggio — dall’inizio della lite al pestaggio mortale — consentendo così ai carabinieri di chiudere l’indagine. I loro verbali si trasformano nel film dell’omicidio.
La prima lite
Il primo a essere rintracciato dagli investigatori dell’Arma è Federico Zurma: «Verso le 23,30 di sabato, insieme ad alcuni amici e amiche siamo recati presso il locale Due di picche. Ci siamo intrattenuti fino all’1,30 quando decidevamo di andare via. Giunti alle scale le mie amiche mi riferivano di essere state apostrofate in modo volgare da alcuni ragazzi lì sul posto.
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