Le vaccinazioni allenano il sistema immunitario (anche contro il Covid)
I
vaccini in sostanza aiutano la prima linea di difesa a reagire meglio
anche contro malattie contro cui non offrono protezione?
«Ci
sono molti dati di ricerche e osservazioni cliniche che mostrano che
alcuni vaccini danno una protezione (che nel gergo medico viene chiamata
“agnostica”) contro altre malattie. Il vaccino per il quale i dati sono
più forti, è quello contro la tubercolosi (BCG), che viene
somministrato, ad esempio, anche in alcune aree di Londra: i dati dicono
che le persone vaccinate sono protette da altre malattie infettive
polmonari, ma non solo da queste. Non vuol dire che ci si debba
vaccinare con il vaccino anti-tubercolotico da ora per proteggersi
contro il Covid, perché attualmente mancano i risultati completi delle
sperimentazioni in corso».
Succede anche per il vaccino contro l’influenza?
«Succede
nel caso di quello contro il morbillo, che offre protezione contro
altre infezioni, non in modo totale ma significativo.
Sull’antiinfluenzale i dati sono ancora incerti, ma in generale possiamo
dire che c’è un motivo in più per vaccinarsi, cioè che molti vaccini
(forse tutti) costituiscono un buon allenamento generale per la prima
linea di difesa del sistema immunitario. Fare i vaccini raccomandati è
una delle forme di allenamento del nostro sistema immunitario. E, anche
se non ne abbiamo la prova, sospettiamo che sia questo uno dei motivi
per cui bambini sono relativamente protetti contro il Covid-19, perché
loro sistema immunitario è sottoposto a un allenamento ripetuto dal
calendario vaccinale che va avanti fino all’età della pubertà».
Avere l’influenza favorisce il contagio da Covid?
«Abbiamo
dati certi che suggeriscono che quando contraggo malattie infettive che
si sovrappongono, le cose vanno peggio, poi sappiamo che quando abbiamo
l’influenza le difese del sistema immunitario si abbassano».
Ci sono altri modi per rinforzare il sistema immunitario?
«Oltre
ai vaccini ho indicato la formula “0-5-30”. “0 sigarette”, perché il
fumo è un pessimo alleato, aumenta lo stato infiammatorio e disorienta
il sistema immunitario. “5 porzioni di frutta e verdura al giorno”,
perché il loro consumo è associato a protezione nei confronti di molte
malattie legate al sistema immunitario e poi “30 minuti di moderata
attività fisica”, perché molti dati mostrano che aiuta le nostre difese.
Ultima cosa è il peso: l’eccesso di grasso e l’obesità in particolare
disorientano il nostro sistema immunitario e sono un fattore di rischio
morte dimostrato anche nel caso del Covid-19».
Che cosa pensa dello stop al vaccino di Oxford?
«Sono
cose che succedono quando la sperimentazione arriva a decine di
migliaia di persone. Mi auguro che nel giro di una settimana o dieci
giorni possano continuare. È anche rassicurante da un lato, perché non
dobbiamo dimenticare che i vaccini che arriveranno al traguardo devono
offrire il massimo di sicurezza ed efficacia. Le mie parole d’ordine
sono “speranza”, perché i dati suggeriscono che questi vaccini possono
attivare una risposta immunitaria, e “cautela”, perché bisogna
ricordarsi che potrebbero essere somministrati a centinaia di milioni di
persone. Gli stessi grandi produttori hanno rivolto un invito formale
alle autorità regolatorie per non abbassare la guardia».
Una previsione su una data plausibile di arrivo del primo candidato vaccino?
«Dall’inizio
dell’epidemia avevo parlato di 19-20 mesi, se fossimo stati fortunati.
Sono stati fatti degli annunci che avremmo avuto un vaccino a settembre
da somministrare al personale sanitario: sono sempre stato un po’
scettico su questi annunci».
C’è un modo per contrastare le idee degli anti-vaccinisti?
«Io cerco di attenermi alla regola delle “tre R”: il rispetto dei dati, il rispetto delle competenze (ad esempio io non commento le curve e i dati epidemiologici) e poi la responsabilità, quando faccio un’affermazione che non è basata sui dati, ad esempio che “il virus si è attenuato”, c’è un tema di responsabilità collettiva».
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