Colpo di scena: l’industria centra il rimbalzo

di CLAUDIA MARIN

Si chiama rimbalzo, ma qualcuno l’ha ribattezzato “rimbalzone”: indica la possibile ripartenza a ’U’ del Pil, con un +10 atteso per il trimestre luglio-settembre rispetto ai 90 giorni precedenti. È l’oggetto del desiderio di imprese, famiglie, banche, sindacati, oltre che del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e dell’intero governo.

Un obiettivo che sembrava lontano dalle nostre possibilità, ma che, a sorpresa, potrebbe diventare realtà entro poche settimane, se i nuovi dati del Pil dovessero essere in linea con i numeri sulla produzione industriale di luglio, che fa segnare un +7,4% su giugno, meglio di Francia e Germania.

Lo stato di salute dell’economia italiana rimane grave: basti pensare al crollo del 30% delle aperture di partite Iva tra aprile e giugno. Ma continua la risalita dal baratro. Ad aprile, in pieno lockdown, la produzione era crollata del 50% sull’anno precedente, a maggio del 20%, a giugno del 13,9%, a luglio siamo a -8%. Certo, nel complesso di sette mesi 2020 siamo a -17 punti come media, nel confronto col 2019. Ma il trend di luglio è anche qualitativo: la ripresa è stata molto diversificata, con settori che aumentano a doppia cifra su giugno (computer e mezzi di trasporto) e altri che non riescono a recuperare le perdite dei mesi di lockdown (tessile e abbigliamento). Altri, come alimentare e farmaceutica, pareggiano i conti con il 2019.

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